Un giovane risoluto, dalla «X Mas» alle navi

Il racconto di un italiano del Vermont che si è trovato tra le mani l'oro di Dongo a 15 anni

Un giovane risoluto, dalla «X Mas» alle navi

Una storia unica da mettere in scena nel modo più radicale. E' questo il segreto del documentario, presentato nella sezione Giornate degli autori, Il risoluto, di Giovanni Donfrancesco che per caso, sul set di un altro film nel Vermont, ha incontrato un anziano, l'italiano Piero Bonamico. Parlando con lui scopre che da ragazzino, a 14 anni, ha fatto parte della X Mas. Il racconto si fa lungo e pieno di particolari. Un pezzo di storia che il regista sceglie di filmare frontalmente. 159 minuti solo con Piero che parla in italiano e ogni tanto in inglese, senza alcuna altra immagine se non i momenti in cui guarda la tv con la moglie o cura le piante dell'orto o canta nel coro della locale chiesa presbiteriana, ma con un'attenzione particolare all'inquadratura che riesce a essere in sintonia con lo stato d'animo e le parole del racconto.

La storia di Piero inizia a Genova quando nasce nel 1929 e continua con la divisa da piccolo balilla perché, ricorda, «non c'era altro per noi, per i ricchi il cinema, l'opera, il cabaret. Per i poveri, null'altro che la martellante propaganda fascista». Nel 1943 entra nei «Risoluti», gruppo inquadrato nella rinnovata X Mas alle dirette dipendenze del principe Borghese. Nelle sue parole le violenze che terrorizzano gli abitanti di Genova di quella era «una banda criminale». Fino alla fine di Mussolini e al famoso «oro di Dongo» che Piero dice di aver depositato all'arcivescovado di Milano. Finirà nel carcere di Marassi. Ma con soli 15 anni viene rilasciato.

Una vita come cameriere sulle navi da crociera dove incontra una passeggera americana di origini italiane, Lee Aura. Da allora la sua vita ruota completamente intorno a lei, a Barre, nel Vermont. È tornato solamente una volta in Italia.

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