Il Grande fratello si siede in panchina Finisce la tv-voyeur

Domenica si è chiusa la dodicesima edizione che ha avuto ascolti deludenti. Bassetti (Endemol): "Stiamo fermi almeno un anno, va tutto ripensato"

Il Grande fratello  si siede in panchina  Finisce la tv-voyeur

Dodici anni. Dodici anni scan­diti dall’apertura della porta ros­sa. Dodici anni di passerelle, tele­camere, amorazzi, liti, docce in bikini striminziti, divani Ikea, tuffi in piscina, pianti, critiche, accuse, polemiche, tormentoni, pasquali Laricchia, Roberto il cumenda e cristine Del Basso. Insomma, do­dici anni di Grande Fratello . Che si sono chiusi domenica. Fine di un’epoca. Fine di una televisione cambiata radicalmente dal primo reality.Fine di un’era di voyeur co­minciata con il boom di un pro­gramma studiato dai massimi esperti come fenomeno sociologi­co e termi­nato in sordina con la vit­toria di una ragazza, l’italo-tunisi­na Sabrina, che (solo per alcuni giorni) sarà ricordata per le catti­ve illazioni su di lei, essendo una bella figliola e perché è una vinci­trice dopo otto anni di vincitori uo­mini. Fine di una generazione cre­sciuta a pane e reality, fatta di ra­gazzi la cui massima aspirazione era entrare nella casa chiusa di Ci­necittà. Perché ieri il Grande Ca­po del Grande Fratello, e cioè Pao­lo Bassetti, presidente di Ende­mol Italia, la casa produttrice del capostipite dei reality, ha detto con molta chiarezza: «Faremo al­meno un anno di stop, il program­ma va un po’ tutto ripensato». In­somma, Bassetti conferma quan­toaveva già accennato Pier Silvio Berlusconi, vice presidente Me­diaset, secondo cui il Gieffe aveva bisogno di un po’ di riposo. Che tutto questo significhi che non lo si vedrà più in onda non si può sta­bilire (da Mediaset confermano che si parla solo di un fermo), sta di fatto che dopo dodici anni di messa in onda quasi ininterrotta (e con periodi abnormi di durata come è successo nelle ultime edi­zioni) in autunno non ci sarà né confessionale, né Alessia Marcuz­zi con lunghe gambe annesse, né occhio blu e rosso, né discussioni sul fatto che sia tutto finto, telegui­dato o spontaneo, né dibattiti mat­tutini e pomeridiani nei vari pro­grammi di Canale 5, né- purtrop­po- esilaranti prese in giro dei Gia­lappi. E comunque non lo si vedrà mai più nella versione a cui siamo abituati.

Bassetti spiega i motivi - del re­sto evidenti- per cui quest’anno il reality non ha avuto apprezza­mento del pubblico, è calato visto­samente negli ascolti e non ha ri­scontrato quel forte interesse me­diatico di cui è sempre stato cir­condato. I dati della finale di do­menica bastano per capire il man­cato successo: 3 milioni 920mila spettatori con uno share del 20 per cento (oltre 7 milioni per la fic­tion Maria di Nazareth in onda su Raiuno). Lo scorso anno la finale arrivò al 32 per cento di share e l’anno prima al34,senza andare a rivangare i mirabolanti risultati dei primi anni. «Non siamo stati capaci di raccontare storie come gli anni passati - spiega Bassetti -Abbiamo sbagliato la scelta del cast. D’altronde abbiamo finito un’edizione a maggio e a fine set­tembre eravamo già in onda: trop­po poco tempo per i provini ». Le al­tre difficoltà incontrate: la contro­programmazione feroce, con Fio­rello in testa, il cambio di giorno di messa in onda, «l’annunciare che sarebbero state 30 puntate», il nu­mero troppo alto di concorrenti: 36. «Quello di domenica è stato un risultato prevedibile. Siamo con­sapevoli che il prodotto va rivisto. Ma sono convinto che il brand sia ancora molto forte».

«Maria De Filippi - prosegue Bassetti - ha come concorrenti ad Amici degli sconosciuti, ma pri­ma di andare in prima serata fa quattro mesi daytime. Per questo dico che anche per il Gf la formula va ripensata. Non lo voglio stravol­gere, né, come dicono alcuni, tor­nare alle origini, ma tutti i pro­grammi vanno aggiornati».

Dunque, se per il direttore di Ca­nale 5 Massimo Donelli si può es­sere comunque soddisfatti per­ché, in questo periodo di magra per gli ascolti, si

sono raggiunti gli obiettivi prefissati, soprattutto nel comparto web, per i fan orfani disperati del Gieffe l’appuntamen­to è per il 2013. O chissà per quan­do... 

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