Harry e Meghan sono arrivati a Cape Town con un volo della British Airways in ritardo di 40 minuti. Con loro il piccolo Archie, il più giovane royal baby ad aver compiuto un viaggio ufficiale. Piccolo dettaglio a proposito dell’ultimo Windsor in ordine di nascita: ai tabloid non è sfuggito il cappellino con pon pon che ha inconsapevolmente sfoggiato all’atterraggio, molto simile a quello indossato dal piccolo Harry quando arrivò ad Aberdeen con mamma Lady Diana nel 1985. I duchi di Sussex, accompagnati dal loro staff, avevano chiesto l’assenza dei fotografi al loro atterraggio, ma la speranza è stata vana. Il tour durerà 9 giorni, tra Cape Town e Johannesburg, come riferisce Vanity Fair. Il principe Harry visiterà anche il Botswana, l’Angola e il Malawi, mentre sua moglie lo attenderà in Sud Africa.
Dobbiamo ricordare che il loro viaggio avviene in un momento difficile per il Sud Africa, segnato dagli omicidi di alcune ragazze che stanno scuotendo l’opinione pubblica. La presenza dei duchi nel continente africano ha due scopi, ci spiega il magazine Amica: il primo è riconquistare il cuore dei sudditi inglesi, che hanno accusato la coppia reale di avere un atteggiamento da “divi di Hollywood”. Il secondo, invece, è di tipo diplomatico. Harry e Meghan sarebbero due nuove e importanti “pedine” da giocare nel campo delle relazioni internazionali e in questo caso l’immagine patinata e tanto criticata potrebbe giocare in loro favore. I Sussex dovrebbero tentare di “avvicinare” ancora di più al Regno Unito le nazioni che visiteranno. Il loro obiettivo politico dovrebbe essere quello di continuare a tessere dei legami strategici tra la madrepatria e alcuni dei Paesi africani.
A giudicare dal primo giorno trascorso nel continente, Harry e Meghan stanno compiendo la loro “missione” in maniera egregia. Dopo il loro arrivo in Africa i duchi di Sussex hanno lasciato Archie in hotel e si sono dedicati al loro primo impegno ufficiale, la visita a Nyanga, un sobborgo di Cape Town dalla realtà molto complicata. Secondo le statistiche ogni anno, in questa città, viene uccisa una persona ogni 206 abitanti. Un primato tristissimo che è costato a Cape Town la lugubre definizione di “città degli omicidi”, cme riferisce ancora Vanity Fair. L’arrivo a Nyanga dei Sussex si è svolto tra severe e imponenti misure di sicurezza. Harry e Meghan hanno incontrato gli alunni del programma di sostegno Justice Desk e la duchessa ha abbracciato a lungo uno dei bambini. I Windsor sono stati accolti anche con delle danze tradizionali che Meghan non si è limitata a osservare sorridendo, come spiega La Stampa. La moglie di Harry, infatti, non ha avuto remore e si è “lanciata in pista” con entusiasmo, improvvisando alcuni passi del ballo, tra lo stupore e la contentezza generali (compresi quelli del principe Harry).
Un nuovo strappo alle regole del protocollo, ma almeno stavolta l’esuberanza e la spontaneità della duchessa non rappresentano un “passo falso” (è il caso di dirlo). Harry e Meghan stanno dimostrando grande empatia, naturalezza e disinvoltura, proprio quel che ci vuole per tornare nelle grazie degli inglesi e dell’opinione pubblica internazionale, oltre che per accaparrarsi le simpatie (anche diplomatiche) del Sud Africa e delle altre nazioni protagoniste del tour. Meghan Markle, però, non ha solo dimostrato di saper danzare e di avere un atteggiamento spigliato. Il discorso che ha tenuto proprio a Nyanga e che è stato riportato integralmente dal sito Royal Central è molto toccante.
La duchessa ha messo l’accento sulle umiliazioni che donne e bambini sono ancora costretti a subire ogni giorno e con orgoglio ha puntualizzato: “Mentre sono qui con mio marito come membro della famiglia reale, voglio che sappiate che sono qui come madre, come moglie, come donna, come donna di colore e come vostra sorella” e ha poi aggiunto: “Ho letto una citazione poche settimane fa e mi è tornata in mente quando ho appreso ciò che sta succedendo qui e i vostri sforzi per cambiare la situazione.
Maya Angelou, leggendaria poetessa e attivista per i diritti civili ha detto: ‘Ogni volta che una donna si difende da sola, senza saperlo e possibilmente senza rivendicarlo, difende tutte le altre’. Non è facile ma il vostro impegno ci dà speranza”.
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