La civiltà europea riposa sul mantenimento dei confini nazionali e l'Unione Europea, in quanto cospirazione per dissolverli, è diventata una minaccia per la democrazia europea. Attraverso l'opera delle Corti di giustizia europee e grazie al «taglio» della sua legislazione, la UE ha creato una classe politica che non è più responsabile verso il suo popolo .***Il ridicolo tentativo di redigere una costituzione per l'Europa ha prodotto un documento così lungo e involuto da essere ben poco comprensibile. Il preambolo è riuscito a escludere la religione cristiana dall'idea di Europa, mentre il resto del documento che si occupa molto più di estendere le competenze delle istituzioni europee, che non di fissare loro dei limiti è stato calibrato per uccidere la democrazia. Dato che il patrimonio che l'Europa ha trasmesso al mondo consiste nei due grandi beni rappresentati dal cristianesimo e dalla democrazia, non sorprende che l'Unione Europea non abbia più il consenso del popolo europeo, anche se ha creato una rete di clienti sul cui appoggio può sempre contare. A un certo punto, negli anni 1980, mi trovavo in Libano in visita alle comunità che lottavano per sopravvivere di fronte al brutale tentativo del dittatore siriano Hafiz al-Assad (1930-2000) di creare una Grande Siria. Le esperienze che ho fatto in quell'occasione mi hanno riportato alla mente due verità fondamentali riguardo al mondo in cui viviamo. La prima è che non si creano i confini disegnando delle linee sulla carta, come hanno fatto i francesi e i britannici alla fine della Prima Guerra Mondiale. I confini nascono quando emergono le identità nazionali, che a loro volta esigono che l'obbedienza di tipo religioso passi in secondo piano rispetto al sentimento che ci lega alla patria, al territorio e al luogo dove viviamo. Inoltre, l'esempio del Libano illustra in svariati modi che la democrazia è sempre a rischio in luoghi dove le identità si definiscono su base confessionale e non territoriale. La seconda verità che s'impresse allora in me è che, proprio perché l'islam pone la religione sopra la nazionalità come criterio di appartenenza, l'islamismo rappresenta una minaccia per l'ordine politico. Ciò è particolarmente vero per l'islamismo dei Fratelli Musulmani e del loro antico leader Sayyid Qutb (1906-1966), poiché credono che, nello scontro fra la shariah e il mondo moderno, è il mondo moderno a dover cedere. In relazione alla tragedia libanese ho scritto un breve libro, A Land Held Hostage , in cui prendo le difese del vecchio ordine libanese, soprattutto della costituzione di quel Paese, disegnata per promuovere un'identità nazionale condivisa, posta al di sopra delle molte identità confessionali che separano villaggio da villaggio e vicino di casa da vicino di casa in tutto il Paese.
***Nella regione mediorientale domina ora il conflitto fra sunniti e sciiti e, se il mio vano appello per il vecchio Libano non è servito a nulla, questa esperienza mi ha insegnato che la nostra civiltà non può sopravvivere se continuiamo a compiacere gli islamisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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