La verità dietro i discorsi di Natale della regina Elisabetta. Cosa vuole dirci realmente

Tutte le curiosità e gli aneddoti legati ai discorsi di Natale della regina Elisabetta, dal primo trasmesso in televisione, passando per più di mezzo secolo di Storia, fino alle incertezze sulla registrazione dell’ultimo

La verità dietro i discorsi di Natale della regina Elisabetta. Cosa vuole dirci realmente

La regina Elisabetta non concede interviste. L’unico modo che abbiamo per ascoltarla, per cercare di intuire le sue opinioni sui temi d’attualità e per carpire qualcosa in più sulla sua vita privata, sono i discorsi. In particolar modo quelli natalizi. La sovrana ci tiene a scriverli da sé. Non esprime pareri personali sulla politica e difficilmente ci lascia entrare nelle questioni familiari, come da protocollo. È vero, qualche piccolo strappo alla regola c’è stato nel corso degli anni, ma la regina sa misurare le parole con grazia inimitabile. In 68 anni di regno molti discorsi natalizi sono diventati un frammento di Storia inglese a cui sono legate curiosità, aneddoti e tradizioni che andiamo a scoprire.

La tradizione del discorso di Natale alla nazione

L’abitudine di rivolgere un discorso natalizio ai sudditi inglesi risale al 1932 quando, da Sandringham, il messaggio di re Giorgio V venne trasmesso in diretta alla radio, alle tre del pomeriggio del giorno di Natale. 251 parole in tre minuti. A scrivere questo primo discorso fu una “penna straordinaria”, cioè lo scrittore Rudyard Kipling. Negli anni rimasero tre tradizioni legate a questo evento: il giorno, l’orario di trasmissione e la caratteristica della brevità. Curiosità: l’idea del discorso di Natale non fu del re (nervosissimo al solo pensiero), ma del direttore della BBC John Reith. Il risultato? Un successo da 20 milioni di ascoltatori. Altro dettaglio storico: l’unico discorso del figlio di Giorgio V, Edoardo VIII, fu quello in cui annunciava la sua abdicazione nel 1936.

Il primo discorso natalizio della regina Elisabetta

La tradizione del discorso natalizio venne raccolta da una giovanissima regina Elisabetta nel 1952. Quello fu il primo Natale da sovrana, ma anche il primo senza il padre. A Sandringham Lilibet si sedette alla scrivania del suo predecessore e lanciò il suo primo messaggio di Natale alla nazione,via radio, ricordando tutte le volte in cui lo avevano fatto suo padre e suo nonno. Chiuse il discorso promettendo di servire l’Inghilterra e chiedendo ai sudditi un favore speciale: pregare per lei nel giorno dell’incoronazione, che sarebbe avvenuta nel giugno del 1953.

Una regina in televisione

Nel 1957 la regina Elisabetta fu la protagonista di una svolta epocale e con lei la Corona entrò in una nuova era. Per la prima volta il discorso di Natale andò in onda in televisione. Richard Webber, che all’epoca si occupava della realizzazione di questi messaggi, raccontò al Guardian che alla fine del filmato Sua Maestà doveva leggere un passo tratto dal libro di John Bunyan, “The Pilgrim’s Progress” (come poi accadde). Le frasi da ricordare erano state scritte su un foglio di carta inserito nel volume. Durante le prove generali Elisabetta prese un libro dalla sua scrivania, pronta a leggere, ma si accorse che era quello sbagliato. Come se niente fosse chiese se vi fosse il libro di Bunyan nella sua libreria e venne subito accontentata.

Dagli anni Sessanta agli anni Ottanta

Dal 1960 il messaggio di Natale di Sua Maestà venne registrato a Buckingham Palace (vi saranno comunque delle eccezioni alla regola). Nel 1967 i sudditi poterono vedere la loro regina “a colori” sullo schermo. Il 1969, invece, rappresentò un’eccezione. Elisabetta, infatti, si limitò a scrivere il discorso di Natale, evitando di comparire in televisione. Era l’anno dell’investitura a principe di Galles dell’erede al trono, per questo la regina pensò che la monarchia si fosse esposta troppo al pubblico. Il 1980 segnò un successo enorme del discorso natalizio: 28 milioni di telespettatori. Il motivo è ovvio. Il matrimonio di Carlo e Diana era entrato nel vivo della preparazione. Inoltre la sovrana festeggiò gli 80 anni dell’amata Regina Madre.

Il 1992, l’annus horribilis

I divorzi di tre dei suoi figli, la pubblicazione delle foto di Sarah in topless, del libro “Diana, Her True Story”, delle conversazioni intime tra la principessa del Galles e James Gilbey, l’incendio del Castello di Windsor e le onerose spese di restauro rimasero sullo sfondo del discorso di Natale del 1992, registrato a Sandringham. La regina Elisabetta aveva già riassunto i suoi drammi in due parole, “annus horribilis”, durante il discorso a Guildhall per i suoi 40 anni sul trono. Sul messaggio natalizio di quell’anno, però, aleggia un piccolo mistero: il Sun lo pubblicò due giorni prima della messa in onda ufficiale, scatenando un polverone e l’ira della royal family. La sovrana accusò il tabloid di aver infranto il copyright e, alla fine, ricevette scuse pubbliche. La vicenda, tuttavia, ha ancora dei punti oscuri.

Gli anni Duemila tra sfide e incertezze

Nel 2006 la regina Elisabetta vinse un’altra sfida del nostro tempo, permettendo che il suo discorso natalizio venisse diffuso in forma di podcast e scaricato dagli utenti. Nel 2012 Sky News arrivò perfino a produrlo in 3D e ormai tutti noi possiamo vederlo anche tramite i social network e Youtube. Dal 2020, inoltre, il messaggio è riproducibile anche tramite il sistema Amazon Alexa. Eppure gli ultimi anni non sono stati semplici per la sovrana. Il 2019 portò con sé lo scandalo Epstein e pare che Sua Maestà abbia avuto non pochi problemi nella redazione del discorso natalizio registrato alla Green Drawing Room del Castello di Windsor. Quasi un “blocco dello scrittore”. Non mancarono nemmeno le polemiche legate all’assenza delle foto di Harry e Meghan dalla scrivania di Elisabetta. Gli scatti ritraevano solo i Cambridge, Carlo e Camilla, il principe Filippo e il padre di Elisabetta. I tabloid si scatenarono, insinuando che Sua Maestà e Harry fossero ai ferri corti. I Sussex non avevano ancora annunciato ufficialmente il loro ritiro (sarebbe avvenuto l’8 gennaio 2020), ma la loro incompatibilità con vita di corte non era più un mistero per nessuno. Anzi, era stata ben evidenziata nell’ormai celebre intervista che coronava il viaggio in Africa dei duchi, durante la quale Meghan ammise: “Esisto, ma non vivo”. In realtà, stando al parere degli esperti, la monarca non avrebbe pensato alla vendetta contro i Sussex nella scelta delle foto da tenere sulla scrivania durante il discorso. Avrebbe deciso di mettere in bella mostra solo gli scatti del padre e dei futuri eredi al trono. Non vi sarebbe alcun “messaggio subliminale” per i Sussex. Si tratterebbe, invece, di una semplice scelta politica e dinastica.

Curiosità di stile

Gli outfit che la regina Elisabetta sceglie per il discorso natalizio non sono una questione secondaria. Sembra che questa sia l’unica occasione in cui la sovrana si affida a un make up artist. La sua stylist, Angela Kelly, ci assicura che non vedremo mai Elisabetta pronunciare il suo messaggio vestita di verde o di rosso. Gli spettatori potrebbero confonderla con le decorazioni. Inoltre queste tonalità non funzionano davanti alle telecamere. L’obiettivo non le “cattura” al meglio. Per questo Sua Maestà opta per colori chiari (ma non sempre: nel 2015 e nel 2019 ha scelto il blu). Per non sbagliare Angela Kelly chiede allo staff, con settimane di anticipo, come verrà decorato il luogo in cui si terrà il discorso. In base a una descrizione dettagliata inizia a selezionare gli abiti “papabili”. Naturalmente l’ultima parola spetta a Lilibet.

Il 2020 nuovo annus horribilis?

Neppure il discorso del 2020, anno funestato dalla Megxit e dalla pandemia, è stato una passeggiata. Sembra che la regina lo abbia scritto a Windsor, sola con Filippo e lo abbia registrato solo pochi giorni prima di Natale (di solito è tutto pronto ai primi di dicembre), in attesa degli esiti delle trattative per la Brexit. Prima della sua diffusione sapevamo solo che si sarebbe trattato di un messaggio “emotivo”. Così è stato. Sua Maestà ha scritto il discorso più intimo di tutta la sua lunga “carriera” di regina. Accanto a lei solo la foto del marito, con cui ha trascorso la quarantena e il Natale lontano da figli e nipoti. Nessuna menzione per la Brexit, contrariamente alle attese e alle indiscrezioni. Le parole “virus” e “pandemia” non vengono menzionate direttamente, ma la loro essenza occupa ogni sillaba pronunciata dalla regina. Neppure un breve accenno alla Megxit. Il coronavirus è un argomento troppo grave, troppo doloroso per molti, perché venga accostato a una questione che ha la sua importanza politica e dinastica, ha creato un vuoto e fatto tremare la Corona, ma non incide sulla vita di miliardi di persone. La parola chiave del discorso di Natale della regina Elisabetta, in questo strano 2020, è stata “luce”. La luce della conoscenza, naturalmente della nascita di Cristo che dona speranza e, legato a questo concetto, la luce della rinascita dopo la pandemia. Il messaggio di Natale della monarca è stato seguito da 8,2 milioni di inglesi e risulta il programma televisivo più visto in Gran Bretagna nel giorno di Natale.

La sovrana guarda al futuro con coraggio, esprime la sua vicinanza a chi si sente solo e proprio questo gesto metaforico di “togliersi” la corona e sedersi non sul trono, ma accanto a chi sta soffrendo, ha già fatto entrare questo discorso nella Storia.

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