Tra i film di Natale spicca “Soul”, nuovo capolavoro Disney-Pixar

Tra le proposte in streaming delle feste, l’unica davvero imperdibile è quella in uscita su Disney Plus il giorno di Natale: una riflessione sull’esistenza da vedere in famiglia

Tra i film di Natale spicca “Soul”, nuovo capolavoro Disney-Pixar

Un Natale con i cinema chiusi ci attende. L’importante è che non si tratti di un definitivo cambio di costume e che dal prossimo anno l’uscita postprandiale in fuga dai parenti più nocivi, dalla tombolata o dall’ennesima fetta di panettone, torni a far parte della tradizione.

Intanto, in era pandemica e in pieno lockdown, non resta che prendere atto di come i titoli natalizi escano direttamente in streaming, pronti ad essere visti standocene a casa con pochi o nessun congiunto.

Alcuni film sono già usciti nelle scorse settimane, come “Natale su Marte”, cinepanettone targato Boldi-De Sica, e “Dieci giorni con Babbo Natale” con l’inedito trio De Luigi-Lodovini-Abatantuono. Sono disponibili sulle maggiori piattaforme e possono essere visti da chi si accontenti di guilty pleasure di bassa lega. Deludenti su Netflix “L’incredibile storia dell’isola delle rose” con Elio Germano e “The Prom”, il musical che spreca la coppia di dive formata da Streep e Kidman.

Sempre sul colosso dello streaming, sono invece degni di nota (ma riservati a palati cinefili), “Mank” e “Ma Rainey’s Black Bottom“. In uscita il giorno di Natale su Sky il seguito, non altrettanto riuscito, del piacevole “I tre Moschettieri”, ovvero “Tutti per uno, uno per tutti”, diretto da Giovanni Veronesi e con un cast di piccole celebrità nostrane (Papaleo, Buy, Favino, Mastandrea).

In definitiva, di nuove uscite davvero consigliate ce ne sono solo un paio: “The Midnight Sky”, ossia il post-apocalittico con la regia di George Clooney (da oggi su Netflix), e il nuovo capolavoro della Disney-Pixar, “Soul” (dal giorno di Natale su Disney Plus).

Il primo è l’adattamento cinematografico del romanzo “La distanza tra le stelle” di Lily Brooks-Dalton. Ambientato nel 2049, tre settimane dopo un cataclisma che ha reso obbligatoria l’evacuazione del pianeta, “The Midnight Sky” vede, a custodire una Terra ormai morente, uno scienziato malato terminale, Augustine (George Clooney), rimasto da solo dentro alla stazione di ricerca sita all'Artico. In realtà l’uomo trova una bambina, Iris, che appare sperduta e muta. Nel frattempo, nello spazio, un'astronave sta cercando di far ritorno a casa dopo aver effettuato una missione esplorativa atta a valutare l'abitabilità di un nuovo corpo celeste. Sono in cinque a bordo, tra cui Sully (Felicity Jones), incinta. Il vecchio scienziato si è ripromesso di avvertirli di non tornare, in modo da salvare loro la vita. Per farlo però dovrà riuscire a stabilire un contatto radio e quindi raggiungere, attraverso lande ghiacciate, un'antenna di trasmissione abbastanza potente.

La vicenda ambientata all’Artico e quella nello spazio scorrono in parallelo fino a congiungersi a metà film. “The Midnight Sky” ha momenti che si fanno ricordare ma, nell’insieme la narrazione scorre senza troppo mordente, le informazioni date allo spettatore sono poco dettagliate e ovunque aleggia un senso di atavica solitudine. A vivacizzare la trama, per fortuna, pensano un paio di eventi imprevisti. La chiusura del cerchio, nel finale, è dignitosa ma non commovente come forse avrebbe voluto essere nelle intenzioni del regista. Insomma, un film solido in ogni sua componente, ma allo stesso tempo mai entusiasmante.

Ben più incisivo per non dire irrinunciabile, il nuovo film della Disney-Pixar: “Soul”. Di grande portata educativa per i più piccoli e rieducativa per i grandi. Protagonista è Joe Gardner, insegnante di musica in una scuola media di New York. L’uomo coltiva il sogno di diventare un musicista Jazz e proprio il giorno in cui si guadagna l’occasione di esibirsi su un palco da professionista, muore a causa di una brutta caduta. Ritrovatosi all’altro mondo, Joe non riesce ad accettare la propria dipartita e dunque, elusa la sorveglianza, torna indietro in un limbo, l’anti-mondo. Qui finge di essere uno dei maestri preposti a iniziare le nuove anime alla vita sulla Terra. Gli capiterà la numero 22, quella che neppure santi, scienziati e filosofi sono riusciti a convincere a nascere. A complicare tutto, un ritorno sulla Terra decisamente non programmato.

L’eco di pellicole come “Coco” ed “Inside Out” è evidente. I personaggi che popolano l’al di là sono amabilmente bizzarri e i micro-cammei di anime famose deliziosi. Ma sono i contenuti esistenziali a rendere “Soul” prezioso. Viene raccontato come il contatto con l’anima si perda in tanti modi durante il tragitto terreno: inseguendo uno scopo diventato un’ossessione, magari credendolo erroneamente salvifico, oppure non sentendosi all’altezza delle aspettative esterne (soprattutto genitoriali), oppure ancora rimanendo fiaccati dalle critiche o cercando un senso alla vita che non sia quello vero, cioè l’esperire il creato assaporando il presente a pieni sensi.

Non sarà un film d’animazione a salvare le nuove generazioni dall’egocentrismo imperante degli ultimi anni, ma sarebbe bello se riuscisse a ridimensionare alcuni dei danni già perpetrati dalle ambizioni fallaci dell’epoca moderna.

Male che vada, la visione sortirà l’effetto di ricordarci i benefici dei carboidrati sull’umore.

Buon Natale.

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