I Mitchell contro le macchine: la tecnologia sta distruggendo i giovani?

I Mitchell contro le macchine è un film d'animazione che, pur intrattenendo in modo egregio, riflette sulle conseguenze dell'uso esagerato della tecnologia

I Mitchell contro le macchine: la tecnologia sta distruggendo i giovani?

Ogni momento storico è sempre stato caratterizzato da una difficoltà comunicativa tra generazioni diverse, un vero e proprio gap di comprensione che se da una parte ha portato al progresso e all'innovazione, dall'altra ha rischiato di creare fratture e distanze. Ed è proprio da questo assunto che sembra partire il film d'animazione I Mitchell contro le macchine, pellicola prodotta da Netflix che uscirà il prossimo 30 aprile. La storia, infatti, ruota intorno a Katie Mitchell, una ragazzina che alle soglie della scelta per il college sceglie l'istituto più lontano dalla famiglia, non solo per realizzare il suo sogno di diventare una regista, ma soprattutto per prendere le distanze da un padre distatto e in qualche modo conservatore che sembra non percepire il bisogno della figlia di esprimersi attraverso la tecnologia.

Rick Mitchell, infatti, è un uomo "vecchio stampo", che ama la natura e ama sentire i calli sulle mani e che non ha voglia di nascondere se stesso dietro lo schermo di un cellulare. Ma la comprensione della tecnologia risulterà fondamentale quando il sistema operativo informatico PAL deciderà di ribellarsi al suo creatore e distruggere l'umanità. I Mitchell contro le macchine è, per sua stessa affermazione, un "film realizzato da un gruppo di nerd". La premessa della pellicola è infatti la descrizione di un'adolescente alla ricerca della sua strada e che si sente compresa solo quando c'è uno schermo a fare da barriera e, allo stesso tempo, da ponte.

Invece di arrampicarsi su una troppo facile denuncia alla dipendenza dai dispositivi elettronici che hanno preso un'ampia fetta dell'esistenza di chiunque, I Mitchell contro le macchine pone lo spettatore davanti a due facce della stessa medaglia. Sotto i toni da commedia per famiglie e i toni accesi di un'animazione che rappresenta uno spettacolo per gli occhi, il film diretto da Michael Rianda e Jeff Rowe nasconde delle riflessioni attuali e condivisibili. Nel personaggio di Rick i registi e sceneggiatori della pellicola hanno cercato di raffigurare una generazione completamente chiusa all'innovazione, che nella tecnologia vede solo quel male oscuro che sta privando le nuove generazioni di guardare il mondo dritto negli occhi e, allo stesso tempo, di imparare a comunicare e a stringere rapporti umani senza dover passare attraverso una chat.

Per Rick il mondo di Internet è una sorta di prigione in pixel, un incanto malefico che annebbia le personalità e annulla qualsiasi capacità intellettiva dei più giovani. Un'accusa non del tutto infondata e che molto spesso viene rivolta agli adolescenti della nostra società, più preoccupati a collezionare like su Tik Tok che a vivere la vita fuori dalla finestra. Ma - e qui sta il grande colpo di coda del film - I Mitchell contro le macchine ribalta quel punto di vista e da voce a quella generazione che molto spesso si sente giudicata e attaccata senza forse avere la possibilità di spiegarsi.

La chiusura di Rick nei confronti della tecnologia in cui si rifugia sua figlia gli impedisce di vedere che per le nuove generazioni la tecnologia non rappresenta sempre un limite o un passo indietro. Diventa invece un modo innovativo per farsi sentire, per scrollarsi di dosso la sensazione di essere invisibile, molto diffusa in chi affronta il periodo turbolento dell'adolescenza. Tutta la pellicola ruota intorno a questo scontro generazionale, a questo tentativo bidirezionale di farsi sentire e di farsi vedere e, soprattutto, di farsi accettare per quello che si é.

I Mitchell contro le macchine è un film sul legame familiare, sulla scoperta di se stessi e sull'accettazione di ciò che, proprio all'interno di una famiglia, rende diversi e, perciò, unici. Il tutto realizzato senza il fastidioso tono edulcorato ed educativo che molti film e serie TV hanno deciso di utilizzare.

La grandezza di un film come I Mitchell contro le macchine è proprio la sua capacità di mettersi allo stesso piano del pubblico e di ricordare che il cinema, prima di tutto, è un'arte dedita all'intrattenimento.

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