I racconti sotto l'albero dei grandi scrittori

Sul mare o sugli sci, al caldo o al gelo, ecco il 25 dicembre di celebri autori

I racconti sotto l'albero dei grandi scrittori

Natale significa tradizione. E anche gli scrittori, abituati a crearsi mondi fatti di idee, situazioni, passioni, fantasie, paure, desideri, sono fedeli alla tradizione. Ma alla loro tradizione. Quindi, in occasione del Natale regalano ai lettori quanto di meglio possiedono: una parte di se stessi e del loro stile. Prendiamo Charles Dickens. L'autore di Canto di Natale fu colui che, nella sua Inghilterra alle prese con l'industrializzazione galoppante, «rilanciò» in grande stile la ricorrenza regina dell'anno. Abituato ai Tempi difficili, per mitigarli volle celebrarla con alcuni racconti-strenna usciti fra il 1851 e il 1853 su Houdehold Words, la rivista che aveva fondato. Sono ora riuniti in Natale nelle terre gelate (Mattioli 1855, pagg. 109, euro 9,90, a cura di L. Crescenzi). Restando da quelle parti, anche Arthur Conan Doyle, il quale già nel 1882 aveva collocato in epoca natalizia L'avventura del carbonchio azzurro per il suo amato-odiato Sherlock Holmes, nel 1883 e nel 1884 scrisse, su The Boy's Own Paper, due storie da mettere sotto l'albero: An Exciting Christmas Eve; or, My Lecture on Dynamit e Crabbe's Practice. Eccole affiancate in libreria nel volumetto Un Natale esplosivo (Nuova Editrice Berti, pagg. 90, euro 10, traduzione di C. Colla). Britannico oltre che francofono, il polacco d'origine Joseph Conrad non dimenticava la sua grande passione, il mare, nemmeno sotto Natale. In Natale sul mare, racconto che dà il titolo a una raccolta di sei prose edita da Elliot (pagg. 71, euro 9,50, traduzione di Serena Vischi), riflette su uno dei vantaggi della navigazione: lontano da tutti non si è costretti a fare i regali di prammatica. Ma poi rammenta la volta in cui, proprio il giorno di Natale, l'equipaggio della nave cotoniera inglese su cui era imbarcato donò a una baleniera americana un «barile contenente, oltre a un enorme pacco di giornali vecchi, due scatole di fichi in onore della giornata». Altro tipo avventuroso era Ernest Hemingway. In Natale sul tetto del mondo (Edizioni Henry Beyle, pagg. 28, euro 20 - in 375 copie numerate su carta pregiata -, traduzione di Ettore Capriolo) descrive un vitalissimo 25 dicembre sugli sci in Svizzera, con un gruppo di amici. Quanto a Lou Andreas Salomé, nella Fiaba per il Natale (il melangolo, pagg.

53, euro 6, traduzione di Mario Gennari, postfazione di Alba Chiara Amadu) destinata ai figlioletti dell'amica Helene Klingenberg incontra di persona un simpatico Babbo Natale alle prese con lo sciopero delle cicogne che le spiega... come nascono i bambini.

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