«I spettore Angela Merkel, il caso è tuo». Lo scrittore tedesco David Safier, dopo aver constatato la impressionante somiglianza dell'ex cancelliera con la Signora in giallo, ha tirato le logiche conseguenze. Anche Angela, una volta in pensione, potrebbe entrare nella squadra dei detective della letteratura, accanto, per dire, a Miss Marple o Poirot. Ecco qua Miss Merkel e l'omicidio nel castello (Sem, pagg. 270, euro 18). Safier sostiene brillantemente le 270 pagine del romanzo, collocandosi a metà strada tra pura satira e giallo tradizionale. Il risultato è spassoso.
E dire che i detective, i noir, i thriller in generale, hanno decisamente sfiancato la pazienza di chi ama leggere. In questi anni, ne abbiamo visti di tutti i tipi. Sappiate che esiste una serie di gialli ambientati a Casalbuttano, 3851 abitanti in provincia di Cremona, dove l'ultimo fatto criminale degno di nota si perde nella notte dei tempi. Ci sono paesi con il tasso di omicidi più alto del mondo, per poter rifornire il detective di nuovi casi. Pensate a Todi. Da quando è arrivato Don Matteo, la placida e stupenda cittadina umbra è diventata un mattatoio di esseri umani. E la citata Signora in giallo? Non fa a tempo a raggiungere una qualsiasi località inglese che gli assassini si mettono all'opera per farle trovare quattro o cinque cadaveri ancora caldi. In passato, alla televisione, c'era il mitico Derrick. Il capo della omicidi faceva le indagini alla vecchia maniera e di solito il colpevole confessava per noia, non ne poteva più della flemma di Derrick, meglio la prigione. In Italia, grazie ad Andrea Camilleri, abbiamo avuto soprattutto il commissario Montalbano, il fratello scemo ma belloccio del capitano Bellodi, questo sì mirabile invenzione di Leonardo Sciascia nel Giorno della civetta.
La qualità dei thriller è inversamente proporzionale alla loro incredibile quantità. Spesso si tratta di roba buttata lì per timbrare il cartellino come ogni anno. Romanzi seriali di 500 pagine (fa tanto scrittore professionista) in cui l'assassino è riconoscibile fin dal primo capitolo. Romanzi seriali composti quasi unicamente di dialoghi che ricordano quelli dei B-movie utili soltanto a tirarla lunga. Romanzi seriali con: pensionati investigatori, crapuloni investigatori, nonni investigatori, detective nevrotici, detective sarcastici, detective violenti, soprattutto detective depressi. Comunque detective e ancora detective, in provincia, nelle metropoli, al mare e in montagna, professionisti o improvvisati. Possibile che nessuno abbia già pubblicato un romanzo con protagonista un detective-virologo che deve smascherare il complotto negazionista con l'aiuto di una misteriosa loggia, la CTS? Titolo suggerito: Il vaccino punge sempre tre volte (come minimo). Fascetta editoriale: «Un Hub vaccinale come non l'avete mai visto prima».
Accogliamo comunque con gioia Miss Merkel, aiutata nelle sue indagini dal fedele carlino chiamato Putin in ricordo dei vecchi tempi, quando Angela era il leader europeo più importante e rispettato. Proprio il simpatico quadrupede offre lo spunto, chiamiamolo così, che fa capire al lettore quanto sia cambiata la vita della ex cancelliera: «Putin ha sganciato annunciò una voce alle loro spalle. Solo sei settimane prima quella frase avrebbe tenuto Angela col fiato sospeso, ma ormai segnalava solo l'urgenza di estrarre dalla tasche un sacchetto per raccattare ciò che il suo cane aveva prodotto».
La Merkel si è ritirata in una regione settentrionale della Germania e si annoia tantissimo. Preparare le torte per il suo amato Cicci non fa per lei. Tanto più che la politica sembra averla inseguita. I nuovi compaesani le chiedono di intercedere presso gli americani che vogliono acquistare una antica proprietà del barone Philipp von Baugewitz e prosciugarne il lago, zona di riproduzione della fauna locale. Colpo di scena: il barone viene ucciso. Alla ex cancelliera non resta che fare concorrenza al tenente Colombo. Una serie di deduzioni la condurranno al colpevole.
Nel mezzo, Safier si prende tutto lo spazio che vuole per fare un po' di satira politica, a volte soft, altre molto meno: «Doveva stare coi piedi per terra, non con la testa tra le nuvole come nel 2015, quando per qualche settimana si era illusa che i tedeschi avrebbero accolto davvero i profughi a braccia aperte» (il riferimento è alla crisi siriana). Tra un aneddoto su Helmut Kohl e una battuta su Konrad Adenauer, passando per i trascorsi nudisti di Angela nella DDR, Safier si diverte ad accompagnare il lettore verso la soluzione del caso. Già che c'è aggiunge qualche sberleffo al politicamente corretto, tipo l'ironia sull'asterisco di genere o sugli stereotipi relativi alle ragazze di colore.
Poi riversa tonnellate di sarcasmo su influencer, profili instagram, la mania di trasformare le categorie della pornografia in tipi umani (la Merkel è una «granny», una nonnina). Attenti malfattori: Angela e Putin (il carlino) non perdonano, Safier neanche.
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