Jane Fonda si lascia andare, a cuore aperto, a rivelazioni dolorose sul suo passato, aprendo la porta sul suo mondo privato. L'occasione è quella di un'intervista alla rivista The Edit, dove l'attrice - due volte premio Oscar - si confessa in modo diretto e sincero. Fonda parla del suo forte attivismo in campo femminile, che l'ha trasformata in un punto di riferimento e in un'icona del movimento femminista. Ma al contempo rivela dello stupro subito da bambina, delle violenze sessuali in giovane età e del licenziamento a inizio carriera per non aver accettato di dormire con il suo boss. Lo fa in modo cristallino: "Ho sempre creduto che fosse colpa mia, per non aver detto o fatto la cosa giusta".
Un labirinto di pensieri che, come sostiene la stessa donna, condiziona le vittime di abuso che spesso non capiscono di aver subito uno stupro. Donne che pensano di aver incontrato la violenza per non aver rifiutato nel modo corretto. Quello che ha imparato dal movimento femminista è che le vittime di abuso e violenza non possono e non devono considerarsi responsabili o colpevoli: "Noi siamo state violentate e questo non è giusto". Come specifica lei stessa, essere cresciuta negli anni '50 ha rallentato l'avvento del femminismo nella sua esistenza, perché circondata da uomini meravigliosi ma vittime di un sistema patriarcale. Questo l'ha fatta sentire sminuita, impossibilitata a rimanere in piedi da sola sulle proprie gambe, incapace di rinunciare a ruoli non addatti alla sua pesona. Ma non ha mollato e le ci sono voluti 60 anni per diventare una femminista, complice la visione dello spettacolo di Eve Ensler "The Vagina Monologues". Jane Fonda ha così precisato: "Mentre ridevo il femminismo passava dalla mia testa al mio DNA".
L'attivismo è divenuto una realtà concreta intorno ai 31 anni, quando ha iniziato a essere consapevole delle realtà che la circondavano e, in particolare, della guerra in Vietnam. Manifestare in quegli anni era complicato e avrebbe potuto stroncare immediatamente la sua carriera, ma questo non l'ha certo fermata. Spostando le sue convinzioni anche nelle scelte lavorative, affrontando film che riflettevano il suo pensiero. Come ha confermato a Brie Larson, intervistatrice e collega, oggi manifestare è ancora più importante e segna una differenza netta con il passato quando erano gli uomini a capeggiare questi eventi. Come dimostra la recente Women’s March, oggi la presenza femminile è visibilmente maggiore, più coesa, più forte.
Il loro grido di protesta è una richiesta democratica di rispetto e maggiori diritti per tutti, per una società che comprende anche le persone disabili, bisognose, la comunità LGBTQ. L'attrice nel 2001 ha creato il Jane Fonda Center che sensibilizza e previene le gravidanze in giovanissima età.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.