Jim Thompson, il re del noir. Dalla provincia a Hollywood

Inizia la riedizione in Italia dell'opera omnia di un autore che ha influenzato un'intera generazione di scrittori

Jim Thompson, il re del noir. Dalla provincia a Hollywood

Una femme fatale che fa girare la testa non manca mai in un romanzo di Jim Thompson (1906-77), maestro indiscusso del noir di provincia americano. Così come è quasi inevitabile incrociarvi «l'altra donna», la compagna legittima del protagonista dal cuore facile, sempre pronto a sfidare un destino beffardo pur di sentire scorrere un po' di adrenalina nelle proprie vene. A fare da inevitabile contraltare all'improbabile avventuriero c'è sempre un riccastro, gonzo al punto giusto e, a sua volta, sprovvisto di una coscienza cristallina. Perché di personaggi tutti d'un pezzo nei libri di Jim Thompson, come nella vita, non possono essercene.

HaperCollins ha iniziato a ripubblicare talvolta con traduzioni nuovissime l'opera omnia di questo autore, nato nel 1906 nell'isolato Oklahoma, uno stato deprimente persino per gli standard non certo scintillanti del West. I due nuovi capitoli sono Alla larga dal Texas (HarperCollins, pagg. 352, euro 15) e Nulla più di un omicidio (HarperCollins, pagg. 288, euro 15), magari non tra le sue opere più note, ma sicuramente non prive di intrigo. A fare da sfondo a vicende fosche e comunque stranamente attuali sono il Texas e la provincia americana più virginale, dove legge e giustizia raramente combaciano e demonio e santità vanno a braccetto.

Thompson ha scritto ventinove romanzi che sono quasi sempre finiti sul grande schermo, trasferendo a Hollywood la fosca nube di quella Grande Depressione che aveva ammantato di polvere il suo stato. Strano, vero?

Eppure, annoverare Thompson fra gli autori noir più influenti nel proprio percorso di crescita artistica è quasi una costante per ogni scrittore di lingua inglese, persino per un giallista britannico.

Joe R. Lansdale si è costruito in Italia uno zoccolo duro di lettori che non si perdono una sola riga di ciò che scrive. I giorni foschi della Grande Depressione li ha vissuti di riflesso, attraverso i racconti dei suoi genitori, che lo avevano avuto in età avanzata. Il loro Texas non era molto più florido dell'Oklahoma di Thompson. «Jim Thompson scriveva di un mondo-pattumiera con una prosa fatta di ruggine, terriccio e un diamante ogni tanto - dice Lansdale al Giornale - È stato un autore unico nel panorama del noir e della narrativa americana».

James Grady, che tutti conoscono per il successo planetario del film I tre giorni del Condor, tratto da un suo romanzo, condivide a sua volta con Jim Thompson una provenienza periferica, essendo nato nel poco popolato Montana: «Jim Thompson scriveva dal lato oscuro del sogno americano, con trame feroci e personaggi disperati o fuori di sé, in un'ambientazione lontana dalle luci intense della grande città. La sua morte da alcolista gli fece ottenere ciò che di rado aveva avuto da vivo: rispetto e popolarità in quella cultura che lui aveva squarciato con un coltello omicida».

L'assassino etico (pubblicato in Italia da Marco Tropea Editore, 2009) è probabilmente uno dei migliori noir di provincia del millennio. Il suo autore, David Liss, vive in Texas e conosce bene la realtà disperata di certe storie ambientate nella provincia americana: «Adoro i romanzi criminali della metà del Novecento e più sono pulp più mi piacciono. Jim Thompson era bravissimo a creare mondi cupi pieni di personaggi compromessi che non avevano alcun problema a rinunciare a qualsiasi possibilità di redenzione: quella roba è zucchero per il mio palato. Non è James M. Cain, ma probabilmente è quello che per talento gli si avvicina maggiormente».

L'accostamento a James M. Cain (1892-1977), l'autore de Il postino suona sempre due volte, nato prima di lui e morto dopo di lui, non è causale. C'è in entrambi una sete quasi disperata di quella luce che, per un beffardo scherzo del destino, non ne vuol sapere quasi mai di affiorare dalla loro prosa. A differenza di scrittori a loro affini, come Ross MacDonald e John D. MacDonald, che talvolta sorprendevano il lettore con uno slancio di positività. Attenzione, però: non mancano in ogni romanzo di Jim Thompson anche siparietti divertenti in cui lo humour nero non basta a soffocare un sorriso.

Il canadese Linwood Barclay è uno degli autori di romanzi di suspense più in voga del momento, con storie che tengono costantemente il lettore sulla corda, e confessa al Giornale: «Come molti di quelli che sono venuti dopo di lui mi viene in mente Elmore Leonard Thompson è riuscito a comunicare tensione e personalità con una scrittura asciutta, parca. Ha dimostrato che meno può essere molto di più».

Lo scozzese Don Boyd ha scritto romanzi e ha diretto film, ma è soprattutto nella produzione cinematografica che ha lasciato un segno indelebile.

Basta citare The Great Rock'n'Roll Swindle, il film sui Sex Pistols: «Adoro i libri di Jim Thompson, soprattutto Rischiose abitudini, portato magistralmente sul grande schermo dal mio amico Stephen Frears. Nell'olimpo del noir americano, Thompson sta al fianco di Chandler e Hammett. I suoi personaggi sono commoventi e autentici. Le sue trame sono credibili e coinvolgenti. Ma non fa prigionieri!».

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