Il principe Harry ha sempre detestato i fotografi. Da una parte il suo atteggiamento è comprensibile, visto quanto accaduto a Lady Diana e il rapporto controverso e conflittuale di quest’ultima con i paparazzi, che l’hanno inseguita fino ai suoi ultimi istanti di vita. Però per il duca di Sussex la questione sarebbe diventata una vera e propria ossessione.
La nevrosi di Harry
Nel suo programma sulla salute mentale “The me you can’t see” Harry, a proposito delle uscite pubbliche e dei flash puntati su di lui aveva già detto: “Sudavo, avevo attacchi di ansia e di panico. Ogni volta che salivo in macchina e ogni volta che vedevo una telecamera andavo fuori di testa”. Un periodo difficilissimo che sarebbe durato dal compimento dei 28 anni fino ai 32. Tuttavia nel libro di Robert Lacey, “Battle of Brothers”, viene svelato un retroscena che aggrava il livore del duca nei confronti dei paparazzi. L’autore scrive che a far scappare a gambe levate l’ex del principe, Cressida Bonas, sarebbe stata “la nevrosi di Harry nei confronti dei media”.
La ragazza, infatti, avrebbe confidato ai suoi amici: “[Harry] era ossessionato dai paparazzi. Inveiva contro i fotografi in agguato anche quando era evidente che non ce ne fosse nessuno”. Harry e Cressida sono stati insieme proprio quando il duca di Sussex era vicino ai 30 anni, per la precisione dal 2012 al 2014 e stava vivendo la fase più dura e oscura della sua vita e il suo equilibrio psicologico ne stava risentendo. L’origine di tutto, naturalmente, è la morte di Lady Diana, un evento che Harry non ha superato e che, anzi, lo ha segnato profondamente.
Non è mai stato un mistero il fatto che Cressida Bonas e il principe si siano lasciati anche a causa della pressione mediatica sulla loro storia. Le rivelazioni contenute nel libro di Robert Lacey, però, aggiungono qualcosa che finora avevamo immaginato: l’ossessione di Harry per i fotografi ha assunto i contorni della mania di persecuzione, un problema che il diretto interessato sta cercando di risolvere con un aiuto psicologico.
In cerca di aiuto
Dopo la morte della principessa del Galles il principe è stato per 7 anni in terapia. Durante un’intervista al Telegraph ha ammesso: “Dopo la sua morte ho messo sotto chiave le emozioni per quasi vent’anni. Ho messo la testa sotto la sabbia, mi rifiutavo di pensare a lei. Perché mai avrei dovuto farlo? Perché avrebbe dovuto aiutarmi? Ricordarla mi faceva solo sentire triste e non l’avrebbe riportata indietro”. Poi a 28 anni, il duca dovette chiedere aiuto. Di quel momento ha ricordato: “Dopo due anni di caos totale ero vicino a perdere il controllo. In quel momento sono entrato in terapia”. Per gestire al meglio la sua rabbia, il duca ha raccontato di aver anche praticato la boxe per “gestire l’aggressività e il desiderio di colpire qualcuno”.
Le sue ferite, però, non si sono ancora rimarginate, soprattutto se consideriamo le recenti esternazioni sulla royal family. Harry sta anche seguendo la terapia EMDR, che sta per “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari” e ha voluto filmare una sua seduta per aiutare altri che vivono i suoi stessi traumi.
Il principe ha tuttora bisogno d’aiuto però, sempre al Telegraph ha sottolineato di essere, almeno in parte, cambiato: “Ora prendo la vita privata seriamente e metto lacrime, sudore e sangue nelle cose che davvero possono fare la differenza” e, a proposito di Diana, ha detto: “Spero che lei sia orgogliosa di quel che faccio”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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