L'altro Baglioni canta il congiuntivo Altri lo steccano

L'altro Baglioni canta  il congiuntivo Altri lo steccano

Accoccolato ad ascoltare le canzoni del festival, ecco la scoperta: ritorna il congiuntivo, cantato dal Baglioni, che non è il sacrestano (così battezzato da Fiorello) Claudio, ma l'omonimo Lorenzo, laureato in matematica e presente, tra le Nuove Proposte, con il suo brano che appunto si intitola Il congiuntivo. Evviva, si riapre il feretro. Fu Sandro Ciotti, proprio a Sanremo, il fondatore del circolo esclusivo, il club del congiuntivo che, con il passare del tempo sta contando, quotidianamente, molte rinunce e numerose espulsioni.

La musica, essendo leggera, è territorio di poeti ma alcuni, oltre alla licenza artistica, sarebbero da licenziare per l'uso della lingua madre. Miti e leggende sono caduti nell'errore grossolano. Prendo l'enorme Guccini ne La locomotiva: «non so che viso avesse, neppure come si chiamava...»; aggiungo Celentano ne Una carezza in un pugno: «ma non vorrei che tu a mezzanotte e tre stai già pensando a un altro uomo...». Segnalo un Gianluca Grignani in Lady Miami: «ma però è come ti conosco da sempre...», per scivolare in Giorgia che nel testo di Tu mi porti su, dice, anzi canta: «l'amore più bellissimo a un tratto cede il posto alla paura...». La memoria mi riporta a Fred Buscaglione e Leo Chiosso: «Eri piccola, piccola così... poi è nato il nostro folle amore che ricordo ancora con terrore...»

I contemporanei, quelli in gara sul palco dell'Ariston, si allineano e proseguono la dura lotta, la situazione diventa grammatica. Il grande Mario Biondi canta Rivederti il cui testo dice: «resta forte impresso fra le pieghe del mio cuore ciò che era noi...», Roy Paci e Diodato in Adesso: «fino a che gli occhi riusciranno a guardare Vedere quanto una luna ti può bastare...». Red Canzian abusa del pronome personale e partitivo: «ne ho dipinta di primavera ne ho incontrata di gente cara...».

E pure il direttore artistico maximus, Claudio Baglioni, ha la fedina artistica macchiata.

Il fatto accadde nell'Ottantacinque, il titolo del brano è Tutto il calcio minuto per minuto «un urlo basso sale da dentro la donna ride strano e le mancano i ginocchi...».

Vennero poi i calcagni e il Claudio si accoccolò ad ascoltare il mare.

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