Latino, greco e fisica i nuovi bestseller sono lezioni "semplici" su materie difficili

La cultura alta, quando viene divulgata per bene, fa numeri di tutto rispetto

Latino, greco e fisica i nuovi bestseller sono lezioni "semplici" su materie difficili

Tutti lì a cercare la ricetta editoriale perfetta, quella da bestseller e, per farlo, si spazia dalla biografia dello youtuber al giallone dei soliti noti. Però alla fine, sorpresa. Gli ultimi anni ci hanno dimostrato che esistono bestseller che non ti aspetti. La cultura alta, quando viene divulgata per bene fa numeri di tutto rispetto. Non numeri di bandiera, quelli con cui un editore non ci perde troppo e allora -va beh- il saggio colto ci sta, che fa catalogo. Numeri con cui un editore incassa e, magari, al giro dopo ci riprova.

L'esempio è venuto dalla fisica, a partire dal 2014. O meglio da un fisico: Carlo Rovelli. Il suo primo libro a diventare un super successo editoriale è stato Sette brevi lezioni di fisica (Adelphi). Le caratteristiche vincenti che hanno consentito di vendere centinaia di migliaia di copie e non solo in Italia (è entrato anche nella classifica del Sunday Times e i diritti sono stati venduti in 30 Paesi)? Un testo breve, il formato a lezione, la capacità di spiegare cose complesse in modo relativamente semplice. Una scommessa, del resto, che Rovelli ha vinto anche una seconda volta. E rilanciando. Ne L'ordine del tempo, pubblicato quest'anno sempre da Adelphi, ha affrontato un tema ancora più complicato: gli effetti della gravitazione e della quantistica sul tempo. Insomma ha cercato di far passare il lettore medio dalla fisica newtoniana che regna nel mondo, macroscopico e a velocità decisamente sub luce, a cui siamo abituati a quella fisica avanzata dove il tempo si sbriciola e perde uniformità, soggiacendo alla relatività, alla gravità e alle leggi quantistiche dell'infinitamente piccolo. Sfida vinta anche in questo caso: una lunga permanenza ai piani alti della classifica generale e presenza permanente nella classifica della saggistica (questa settimana è ottavo e a mesi dall'uscita vende ancora mille e duecento copie a settimana).

La lezione di Rovelli è stata rapidamente incamerata anche dagli umanisti. Difficile è bello? Allora niente di meglio del greco e del latino. Sul fronte della lingua di Socrate ci ha pensato l'avvenente grecista Andrea Marcolongo, pubblicando per Laterza La lingua geniale. Nove ragioni per amare il greco. Lunga permanenza in Top ten, anche in questo caso, accompagnata da una serie di incontri in giro per l'Italia per avvicinare le persone a una lingua ostica considerata appannaggio degli studenti del liceo classico. Invece, migliaia di persone si sono sedute con un libro in mano a farsi spiegare cosa sia la koinè dialectos dalla penna agile della Marcolongo (ha scritto discorsi per Renzi, sin che non si è accorta che il nostro li utilizzava volentieri ma non pagava altrettanto volentieri). Per la lingua di Cicerone ci ha pensato Nicola Gardini con Viva il latino. Storia e bellezza di una lingua inutile (Garzanti). Anche per lui una lunga permanenza nella Top ten dei più venduti: i due volumi appena citati a inizio 2017 si sono anche contesi a lungo la vetta della classifica della saggistica.

Nel mezzo ci sono stati anche casi meno clamorosi ma, comunque, di discreta riuscita come Ultime notizie sull'evoluzione di Giorgio Manzi (il Mulino). Una serie di pillole sull'evoluzione umana che mantiene lo stesso modello della breve lezione e che di nuovo mette cose molto complicate a disposizione del lettore. Perché se voi siete rimasti all'australopitecus, oggi la scienza dibatte di Homo naledi, Homo antecessor... E non è una brutta idea rimettersi al passo con l'antropologia. Questa settimana invece nella saggistica raggiunge il sesto posto un professore di letteratura comparata della Sapienza di Roma: Piero Boitani. Il suo Dieci lezioni sui classici raggiunge le 1300 copie in sette giorni. Niente male parlando di Odissea, morte e logos. E di nuovo ad aiutare è proprio il formato a lezione, che dopo Rovelli è considerato dai lettori garanzia di comprensibilità.

Spiega al Giornale Boitani: «All'inizio ho fatto delle lezioni alla Radio svizzera, il format ha funzionato e così è nata l'idea di trasformarle in libro... Evidentemente il formato a lezione fa sentire a suo agio il lettore». Sul perché questa formula sia stata scoperta ora: «Agli accademici italiani, dal punto di vista della carriera, interessa molto più scrivere testi iperspecialistici.

Credo che gli editori siano aperti alle eccezioni ma non è così facile trovarle. Ora sappiamo che anche i lettori, evidentemente, hanno un interesse. Del resto i classici sono grandiosi. Omero di suo racconta bene, se lo studioso gli da una mano... È quasi ovvio trovare un pubblico».

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