Una stanza arredata a salotto sotto i portici di Milano 2 che funge da studio televisivo. Quattro persone al lavoro, di cui una segretaria a tempo pieno e due annunciatrici non professioniste. Tre ore di trasmissioni giornaliere gestite dai residenti: un notiziario, incontri con personalità del mondo politico e dello spettacolo, qualche film. E un pubblico formato dagli abitanti dei 3600 appartamenti costruiti a Segrate da Silvio Berlusconi. Siamo a metà degli anni 70 ed è così che nasce TeleMilano, una rete locale che diventerà invece il laboratorio di una televisione completamente nuova e dalla quale, nel 1980, nascerà Canale 5.
Nel 1974 TeleMilano mirava soprattutto a coinvolgere gli abitanti del supercondominio da poco popolato. E sarebbe rimasta tale senza la celebre sentenza della Corte Costituzionale del 1976 che di fatto rompe il monopolio della Rai e permette anche ai privati di trasmettere in ambito locale via etere. È qui che Silvio Berlusconi fiuta l'opportunità e in poco meno due anni trasforma un servizio locale nella prima tv commerciale italiana. Una tv libera da imposizioni e limitazioni, sperimentale, aperta ai giovani, alla musica, ma anche ai quiz, ai giochi a premi, al cabaret allo sport. Una tv quotidiana e «di servizio», che pure ogni tanto sa mettersi «il vestito da festa», realizzata da giovani che arrivano dalle radio libere, dalle università, senza professionismo ma con tanto entusiasmo. Non c'è nessuno a cui chiedere come si fa e quindi si improvvisa, si impara sul campo, si fa quello che in Rai non si può fare. Da TeleMilano, che nel 1978 diventa TeleMilano58, passano Claudio Lippi, Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Jerry Calà, ma anche la star Mike Bongiorno, ingaggiata nel 1977, Bruno Longhi e una Barbara d'Urso agli esordi e timida.
«Era una tv di famiglia (molto più della Rai), era una tv dai dichiarati gusti provinciali, era una tv di semplici fatta per i più semplici. Una grande intuizione, bisogna ammetterlo» scrive Aldo Grasso, giornalista e critico televisivo. Il caos creativo e l'improvvisazione, la professionalità e la goffaggine. Su tutto la spavalda energia di chi prova a guardare più lontano e oltre. Tutto questo è stato raccolto in TeleMilano58 il nuovo numero di Link. Idee per la televisione , rivista curata dal Marketing Strategico di Mediaset dal 19 novembre su tablet e nelle librerie. Al volume sarà allegato un documentario di 23 minuti che racconta l'avventura della tv privata scandagliando gli archivi Mediaset e dando voce a testimoni d'eccezione come Fedele Confalonieri, Claudio Cecchetto, Jerry Calà e a chi quella tv l'ha immaginata, come Claudio Sigismondi, responsabile tecnico, e Francesco Malaspina, responsabile del mixer video.
E allora ecco le immagini coloratissime di trasmissioni di musica come Chewing Gum , affidata al vj Claudio Cecchetto e realizzata in una cantina di un bar trasformata in una discoteca. Le riprese amatoriali delle partite a San Siro di Milan e Inter commentate da Bruno Longhi. Il Mike Bongiorno più noto, conduttore del quiz I sogni nel cassetto che ottenne un'audience di alcuni milioni di telespettatori, e quello inedito alla guida della trasmissione sportiva MilanInterClub . Le battute irriverenti e non politically-correct dei Gatti di Vicolo Miracoli al programma di cabaret Frittomisto , che - scherza Jerry Calà nel documentario - dovevano far ridere Marina Berlusconi altrimenti non sarebbero andate in onda. E poi trasmissioni come L'intervistatore mascherato , precursore del Gabibbo e delle Iene e Cielo! Cosa mi metto? e Bellissima che danno consigli di bellezza, moda e acconciature. C'è perfino il taglio di capelli in diretta, che anticipa tanta televisione degli anni Novanta o delle reti digitali. Un viaggio nella televisione che è stata e che spiega tanto di quello che siamo oggi. Per chi volesse, il documentario verrà proiettato oggi alle 18.
30 alla Mediateca di Santa Teresa a Milano. Saranno presenti Aldo Grasso, Carlo Freccero, Peppino Ortoleva e Claudio Cecchetto. Un'occasione per intraprendere un viaggio nella televisione che è stata e che molto spiega di quello che siamo oggi.
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