La lezioncina buonista di Drusilla

Drusilla Foer ha conquistato il pubblico social, ma l'imprecazione e il monologo finale hanno intaccato la sua performance

La lezioncina buonista di Drusilla

Non c'è dubbio. Drusilla Foer ha scalzato le performance di Ornella Muti e Lorena Cesarini, non fosse altro che per la parlantina. La terza co-conduttrice del festival di Sanremo ha convinto il pubblico, soprattutto quello dei social network, per l'estro e la presenza scenica. Ma uno scivolone deve pur toccare anche a lei e quell'imprecazione, sfuggitale durante la gag di Zorro, non è passata inosservata.

Qualcuno parla di "giallo". Altri invocano il var e propongono l'espulsione. Pochi hanno capito davvero cosa sia successo e non è una novità. A scatenare la discussione è stato il video di uno spezzone della gag, in cui Drusilla Foer ha vestito i panni di Zorro per giocare sul suo personaggio "en travesti". Alla fine dell'ironico siparietto, l'artista si è tolta il mantello, il cappello e la maschera, dimenticando in finti baffi. Quando Amadeus ha invitato la co-conduttrice a togliersi il posticcio è successo il fattaccio ed è partita l'imprecazione.

In pochi minuti sui social si è scatenato il delirio. L'ha detto, non l'ha detto? "Drusilla Foer ha bestemmiato in diretta sul palco dell'Artiston?", hanno titolato alcuni siti, mentre Selvaggia Lucarelli postava: "Annoiata a morte dai vostri "che classe" ha tirato giù un mezzo porcone. La amiamo così. Grazie Drusilla. Il momento migliore di questo Festival". L'imprecazione è sfuggita, ma si sa i toscani giocano sul filo di lana in fatto di parolacce.

A braccetto con ironia e sarcasmo, Drusilla Foer ha proseguito la serata con lo scambio di battute a bruciapelo con Iva Zanicchi ("È più alta di me. Ha anche altre cose più di me", "Sì, sono colta"). Ma poi ha cambiato registro con il monologo in chiusura di puntata e il buonismo è tornato protagonista come al solito: "Forse dovrei parlare di integrazione o diversità ma è una parola che non mi piace, è qualcosa di comparativo, esprime una distanza che non mi convince. Come gli amanti, quando non funzionano, vanno cambiati subito. Quindi ho cercato di trovare termini per sostituire una parola non completa e ne ho trovato uno molto convincente: unicità.

Mi piace, è una parola che piace a tutti perchè tutti noi siamo capaci di notare l'unicità degli altri e pensiamo di essere unici. L'ascolto è il più grande atto rivoluzionario". Ancora una lezioncina di cui non sapevamo di avere bisogno.

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