"L'Italia Pensa in grande da sempre. Così riesce a superare ogni ostacolo"

Da domani su Rete 4 la seconda stagione sulle storie di aziende al top

"L'Italia Pensa in grande da sempre. Così riesce a superare ogni ostacolo"

Dalla sua casa a Lignano Sabbiadoro si vede il mare, la laguna fa correre lo sguardo. In questi giorni difficili di spostamenti mirati, l'appuntamento quotidiano, per Rachele Restivo, è con una famiglia di cigni socievoli e un po' golosi. L'altro, quello professionale, però, è con la seconda stagione di Pensa in grande, storie di imprenditori italiani in onda su Rete 4 da domani alle ore 15,30, programma di cui la conduttrice friulana di origini sicule è ideatrice e capo progetto.

La prima stagione di Pensa in grande si è conquistata il premio tv Moige per «essere un format dal carattere formativo». Se lo aspettava?

«Avevo fiducia nell'idea e non posso che dire grazie per il supporto ricevuto dalla Direzione Informazione Mediaset e dall'editore che ha compreso appieno il messaggio del programma: la sua è una storia di chi ha saputo pensare in grande».

Tre puntate per altrettante storie di imprenditori visionari. Ce ne sono ancora in Italia?

«Eccome, la nostra è la storia di un popolo creativo e d'impresa, che ha imposto il made in Italy in tutto il mondo. In queste tre nuove puntate si racconta della famiglia Monini, produttrice di olio, della famiglia Brazzale, la più antica azienda casearia italiana, e di Vannino Vannucci, il più grande vivaista d'Europa. Il filo conduttore è la terra, e la voglia di superare ogni ostacolo».

Quando ha «pensato in grande» per la prima volta?

«Ho sempre creduto nella massima di Walt Disney: se puoi sognarlo, puoi farlo. Ho studiato danza, amavo il cinema Usa anni '60 e ho studiato recitazione a New York, ero rapita dalle colonne sonore di Henry Mancini e per eseguire i suoi brani mi sono diplomata in violino al Conservatorio».

Poi ha scelto il giornalismo.

«Perché ho sempre amato raccontare. Se sono in Mediaset lo devo a Fatma Ruffini: mi ha scelto dopo due anni di praticantato a La7, e ho avuto le mie chance con programmi come Mistero e Passion. Per me, cresciuta a Bim Bum Bam e tv Fininvest, arrivare a Cologno Monzese è stata la tappa della vita».

La sua vita si svolge tra Lignano, Roma, Milano e Los Angeles, dove ha vissuto per molto tempo. Con quali occhi vede i fatti delle ultime ore a Washington?

«Con dolore. Gli americani oggi sono un popolo perso, che cerca un vero leader di riferimento. Laggiù però ho imparato il rispetto per chi sa fare impresa, e il valore della complicità nei team di lavoro. La stessa che ho costruito con Carlo Gorla, la mia storica autrice Cristina Meda, la mia sceneggiatrice Beba Slijepcevic, il regista Roberto Burchielli e il direttore della fotografia Dario Ghezzi».

È vero che ha ballato un lento con Keanu Reeves, cucinato gnocchi al ragù per Bruce Willis e condiviso un appartamento con Anne Hathaway?

«Tutto

vero. Andre Harrell, caro amico che oggi non c'è più, mi ha aperto le porte del jet set. E Kris Jenner, mamma Kardashian, mi ha dispensato utili consigli: come quello delle salite e discese nelle carriere di quel mondo».

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