Luci e ombre dell'antica Sicilia

Al Quirino di Roma «Il consiglio d'Egitto» tratto dal romanzo di Leonardo Sciascia

Francesco Sala

Già nel 1991, il regista Emidio Greco aveva trasposto in pellicola cinematografica uno dei libri più intriganti di Leonardo Sciascia, Il consiglio d'Egitto. Qui, si narrano le vicende parallele di due «rivoluzionari» nella Sicilia del diciottesimo secolo. Dal romanzo è stata realizzata anche una riduzione teatrale, nel 1995, con Turi Ferro e la regia del figlio Guglielmo al teatro Verga di Catania. Oggi quell'universo di antiche inquisizioni, processi di una feroce Palermo settecentesca che per Sciascia è metafora del presente, si delinea in un mondo di impostura, dove l'uomo si trova solo a difendere la forza del pensiero e della verità. Una società ottusa, falsa, dove si possono leggere a contrasto le opere dei conterranei Verga e Pirandello. Oggi il ruolo principale dell'Abate Velia, sostenitore della fandonia, passa all'attore Enrico Guarnieri: carismatico artista popolare siciliano, che proprio a Turi Ferro e a Salvo Randone sembra guardare per trarre ispirazione.

Assieme a lui una formazione compatta tra cui spicca il personaggio di Camilleri, qui ben delineato da Vincenzo Volo. Perché piace lo spettacolo presentato al teatro Quirino di Roma? Forse perché proprio partendo dalle origini (in questo caso siciliane) si può ritrovare un carattere proprio.

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