Lucy, l'uomo usa solo il 10% del cervello?

Lucy è un film d'azione interpretato da Scarlett Johansson che porta sullo schermo uno dei più famosi miti della scienza: quello secondo il quale gli esseri umani utilizzerebbero solo il 10% delle potenzialità del cervello

Lucy, l'uomo usa solo il 10% del cervello?

Lucy è il film di Luc Besson che andrà in onda questa sera alle 21.23 su Italia 1. La pellicola è interpretata da Scarlett Johansson ed è stata un successo al botteghino sebbene non tutta la critica abbia accolto con favore il film del regista francese. Lucy, infatti, è stato "accusato" di aver fatto troppo leva sul mito secondo il quale gli esseri umani userebbero solo il dieci per cento del loro cervello.

Lucy, la trama

Uscito in sala nel 2014, Lucy parla di Lucy Miller (Scarlett Johansson), una studentessa che vive a Taipei e che sembra non avere altra preoccupazione al mondo se non godersi la vita insieme al fidanzato Richard (Pilou Asbæk). Ed è proprio Richard che le chiede di consegnare in un dato luogo una valigetta misteriosa. Per fare un favore al suo compagno, Lucy finisce con l'essere rapita e sfruttata come corriere nel narcotraffico da un uomo che la usa, mettendole nello stomaco la droga CPH4. Aggredita da un gangster che vorrebbe abusare sessualmente di lei, Lucy finisce con l'essere presa a calci e questo fa sì che il sacchetto nel suo stomaco si rompa, rilasciando nell'organismo della ragazza l'intero contenuto. La CPH4 dà a Lucy dei poteri incredibili, tanto fisici quanto mentali, che la porteranno a chiedere aiuto a un famoso studioso di abilità cognitive (Morgan Freeman). A questo punto Lucy deve decidere cosa farsene dei poteri che ha scoperto e come fare per potersi vendicare di coloro che l'hanno sfruttata.

Gli esseri umani sfruttano davvero solo il dieci per cento del cervello?

Come riporta il sito dell'Internet Movie Data Base, Luc Besson impiegò circa dieci anni per poter realizzare il film. Lucy, infatti, era la sceneggiatura a cui il regista francese stava lavorando già da anni, asserendo di voler realizzare una pellicola che potesse miscelare gli elementi di altri film come Léon, Interstellar e 2001: Odissea nello spazio. Nonostante il molto tempo che Luc Besson aveva destinato alla realizzazione di Lucy, il metteur en scene era comunque consapevole che all'interno della sua sceneggiatura c'erano delle nozioni che erano errate e che non avevano nessun fondamento scientifico. Tra queste c'è anche quella secondo cui gli esseri umani userebbero solo il dieci per cento del cervello, lasciando intendere che ci sia un universo sconfinato di possibilità per poter sfruttare al meglio la mente umana.

Come scrive Discover Magazine, non è chiaro da dove sia nato questo mito che la scienza si è sempre prodigata a smentire. Tuttavia molti addetti ai lavori sembrano concordare sul fatto che la divulgazione di questa concezione errata possa essere cominciata nel 1936 con la pubblicazione di un libro di auto-aiuto di Dale Carnegie che, a sua volta, riportava alcune idee che lo psicologo William James aveva teorizzato a inizio del Novecento. In un articolo del 1907 riportato da Psych Classics, James scriveva: "Paragonato a quello che possiamo fare, è come se fossimo per metà addormentati. Il nostro fuoco è smorzato, le nostre correnti d'aria sono controllate. Stiamo utilizzando solo una piccola parte delle nostre risorse fisiche e mentali". Sandra Aamodt, neuroscienziata, ha detto a Discover Magazine: "Credo che le persone siano attratte da questo pseudo-fatto perché è una teoria ottimista. Non ameremmo tutti credere che i nostri cervelli siano gigantesche piscine piene di potenziale che non stiamo usando? L'alternativa sarebbe dover accettare la realtà dei nostri limiti e le sfide rappresentate dall'imparare". Inoltre la neuroscienziata sottolinea come non ci sia assolutamente niente di vero nel mito riportato anche nel film Lucy. Ha detto: "Non c'è spazio per alcun dubbio.

La functional Magnetic Resonance Imaging ha dimostrato che tutte le parti del cervello sono attive durante varie attività. Non tutte nello stesso momento, naturalmente, ma ogni parte del cervello ha un lavoro da fare."

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