Marlon Brando e Michael Jackson sono stati grandi amici. Oggi, dopo 25 anni, spunta una inedita testimonianza giurata rilasciata nel 1994 dall’attore, che sembra avvalorare la tesi, rilanciata dal contestato documentario Leaving Neverland, secondo la quale Jacko fosse un pedofilo.
Il Re del Pop è stato indagato per due volte per molestie sui minori. La prima volta non è stato processato; la seconda, nel 2005, andò a processo ma venne prosciolto dalle accuse. La testimonianza di Brando, stando a quanto rivela il Los Angeles Times, risale a quando i pubblici ministeri indagavano su Jackson e sarà contenuta nell’episodio finale del podcast Telephone Stories: The Trials of Michael Jackson, curato da Brandon Ogbor e in programma sul sito Luminary. L’autenticità della deposizione del divo è stata verificata da Lauren Weis, uno dei procuratori incaricati delle indagini.
Nella deposizione, Marlon Brando fa riferimento ad una conversazione avuta con Michael Jackson durante una cena al Neverland Ranch. L’attore stava insegnando al cantante a recitare e quest’ultimo ricambiava dandogli lezioni di ballo.
Marlon Brando: “Michael Jackson non vive emozioni reali”
“Stavamo parlando – si legge nella testimonianza del divo – delle emozioni umane e di dove esse arrivino. Gli chiesi se fosse ancora vergine e cominciò a sghignazzare e ad arrossire. Mi disse solo: ‘Oh, Brando’. E allora insistetti: ‘Dunque, come fai con il sesso?’. Arrossì e si imbarazzò moltissimo”.
“Michael – aggiunge l’attore – vive in un mondo completamente diverso, non vive emozioni reali. Mi ha detto che odia suo padre ed è scoppiato in lacrime. Per questo non ho insistito, ho proseguito in punta di piedi, ho capito che viveva una vita difficile, nell’isola che non c’è, impossibile per un 35enne, specialmente se ha a che fare con lo show business”.
Brando afferma di aver chiesto a Jackson se si masturbasse ma la sua reazione fu quasi disperata. “Gli ho chiesto – si legge nella testimonianza – ‘Allora, chi sono i tuoi amici?’. Mi ha risposto: ‘Non conosco nessuno della mia età. Non mi piace nessuno della mia età’. Ho insistito: ‘Perché no?’. E lui ha replicato: ‘Non lo so, non lo so!’. Stava piangendo così forte, che... ho cercato di calmarlo. Ho cercato di aiutarlo in ogni modo”.
Era “molto ragionevole concludere – dichiara Brando – che poteva aver avuto qualcosa a che fare con quei ragazzini. La mia impressione è che non abbia voluto rispondermi, perché aveva paura di farlo”.
“Diversamente da tutte le altre persone che hanno ‘accusato’ Jackson –
commenta Ogbor –, Brando non voleva e non aveva bisogno di nulla dalla pop star e offre informazioni che non sono mai emerse. Se Brando fosse vivo probabilmente vorrebbe che queste parole fossero cancellate”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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