Mauro Coruzzi è l'anticonformista per eccellenza. È stata la prima drag queen a calcare i palcoscenici della televisione italiana con nome di Platinette. Le sue parrucche biondissime, platinate ed esagerate sono diventate il suo segno di riconoscimento unversale. Sia che salga sul palco come Mauro Coruzzi, in abiti maschili, sia che lo faccia come Platinette, in abiti femminili, ha sempre qualcosa da dire, che spesso porta il suo interlocutore a fare profonde riflessioni. È stato intervistato dal quotidiano La Verità e ha parlato apertamente del ddl contro l'omofobia, schierandosi contro nonostante il suo vissuto e i suoi trascorsi.
Appartiene alla comunità LGBT ma in più di un'occasione ne ha contestato la linea e i modi e anche nell'ultima intervista no ha fatto sconti. Mauro Coruzzi non vede quella per i diritti civili come una questione primaria: "Sia chiaro, se per qualcuno è una priorità dico: perché no? Purtroppo, però, ho visto molte coppie omosessuali sacrificare il loro universo fatto di differenze quasi ne avessero paura, per una voglia di uniformità, per provare un senso di appartenenza. [...] Io sono per la singolarità, vorrei una legge per l'individuo e non ho alcun interesse a formalizzare una famiglia arcobaleno". Al giornalista che gli sottolinea la tesi secondo la quale le unioni civili nel nostro Paese non hanno avuto la diffusione che ci si aspettava a causa dell'impossibilità di genitorialità, Coruzzi ribatte dando il suo pieno disaccordo a quest'ipotesi. Secondo lui, l'unione di due persone non può basarsi esclusivamente sul progetto di genitorialità, "Nelle coppie dello stesso sesso che si sono sposate, e ne conosco tante, non vedo l'esigenza di diventare genitori. Sembra più un mantra, implacabile, solo delle persone famose e benestanti".
Secondo il pensiero di Mauro Coruzzi, il boom iniziale di unioni civili deriva dall'esistenza di tantissime coppie che avevano avviato un progetto di convivenza molto tempo prima della loro introduzione, ma ora che questo bacino si può dire esaurito le domande sono crollate. "Credo che il fallimento sia dovuto in buona parte al poco interesse che gli omosessuali, più di altri, avvertono per il mantenimento di un contratto scritto. Che bisogno hanno del matrimonio, quando i rapporti omosessuali sono poliamorosi?", si domanda Mauro Coruzzi, in completa controtendenza rispetto alla logica comune. Le sue idee sono molto chiare e definite: l'unione civile per lui non è prioritaria, perché se lo scopo è la tutela del partner, allora bastava porre per iscritto da un notaio le proprie volontà "senza dover incorrere in una trafila assistenziale statale dei rapporti amorosi" e sull'utero in affito è ancora più categorico: "È una violenza profonda. Ciò che voglio, lo vado a chiedere a una donna pagandola. Orribile". Sull'adozione per le coppie omosessuali Mauro Coruzzi ha molte riserve e propone la formula dell'affido come "banco di prova dell'amore genitoriale. Siete in grado di reggerne il carico emotivo? Dovete essere pronti a farvi stracciare le arterie se un giorno o l'altro la creatura vi viene portata via".
Da parte sua, Coruzzi non ha mai visto un reale e forte interesse della politica bipartisan per le questioni LGBT: "La sinistra ancora rivendica di essere l'unica depositaria dei diritti degli Lgbt e di saperli trasformare in legge a tutela, ma non è affatto vero. La signora Paola Concia (già deputata del Pd, ndr) nel 2011 andò a sposarsi con la sua partner in Germania, mentre doveva aspettare e combattere perché la legge fosse attuativa nel suo Paese. E non ho traccia di una proposta di legge fatta da Luxuria, ricordo solo che andava in bagno dove c'era la Gardini. Dove è stato Franco Grillini per anni? Sul fronte della destra c'è altrettanta indifferenza ai diritti civili, questo Paese è incapace di confrontarsi su basi differenti".
Coruzzi conferma l'esistenza della cosiddettà "lobby gay" e si dice spaventato da ciò che rappresenta in ambito governativo: "Quello che mi fa davvero paura della lobby omosessuale è un Rocco Casalino nel ruolo di suggeritore a colui che recita la parte del presidente del Consiglio. La politica come facciata e dietro il nulla. Non so se il premier Conte si rende conto dell'umiliazione". La nomina di Monica Cirinnà a capo del dipartimento dei diritti del PD non dà a Coruzzi la sicurezza che nelle intenzioni questa mossa dovrebbe trasmettere alla comunità LGBT e del ddl Zan, che verrà votato nei prossimi giorni, ha un'idea molto chiara: "Chiediamoci se vogliamo l'abbattimento dei generi o se ne vogliamo la codifica in più sfumature possibili dell'arcobaleno, che è una puttanata colossale. In realtà non siamo capaci di rapportarci con gli altri, in quanto individui, ma solo con i gruppi di appartenenza, di corporazioni". Secondo Coruzzi, adesso è il momento di parlare di esseri umani, senza codificare il genere, e sulla legge contro l'omofobia non ha dubbi: "Mi annoia l'idea di dover limitare ancora una volta l'ironia, il linguaggio non convenzionale.
Se dico a una persona 'sei proprio una finocchia persa', che cosa c'è che non va? Ci sono famiglie orrende, nuclei familiari imbarazzanti ma perché non si può fare il family day se altri sfilano nel gay pride? E non sopporto il vittimismo, il piagnisteo continuo degli Lgbt"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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