Il Festival di Cannes 2019 ha il suo film-scandalo: Mektoub, My Love: Intermezzo di Abdellatif Kechiche. Il film del regista franco-tunisino è il secondo capitolo di una trilogia iniziata due anni fa con Mektoub, My Love: Canto Uno, presentato a Venezia e racconto dell’educazione sentimentale di un aspirante sceneggiatore nella Sète del 1994. Le avventure di Amin (Shaïn Boumédine), Ophélie (Ophélie Bau), Marie (Marie Bernard), Mel (Meleinda Elasfour), Tony (Salim Kechiouche), Aimé (Roméo De Lacour), Céline (Lou Luttiau) e le new entry Dany (Dany Martial), Camélia (Hafsia Herzi), Kamel (Kamel Saadi) e Charlotte (Alexia Chardard), che proseguono lì dove si concludevano nel primo capitolo, hanno fatto discutere il pubblico e la critica di Cannes.
Non soltanto perché questo Intermezzo dura quasi tre ore e mezza (il lavoro più lungo mai realizzato dal regista) né perché di questi 210 minuti ben 160 sono ambientati in un unico set, una discoteca dove i giovani protagonisti passano una serata all’insegna del divertimento, della seduzione e dei rimpianti. Ma perché con un lungo piano sequenza, Kechiche mostra una scena di sesso esplicito: un cunnilingus di circa 12 minuti girato nel bagno della discoteca.
Mektoub, My Love: Intermezzo, scandalo a Cannes
La sequenza ha provocato una reazione sdegnata da parte di alcuni spettatori e critici, soprattutto per il modo in cui la macchina da presa indugia sugli attori, facendo pensare che il sesso non sia stato simulato. Una scena hard additata di inutile voyeurismo e che ha suscitato proteste e abbandoni della sala, come mostrano alcuni tweet apparsi sui social nei quali Mektoub, My Love: Intermezzo viene bollato come “la morte del cinema” o “il peggior film di Cannes dell’ultimo decennio”.
Kechiche, che ha vinto la Palma d’oro nel 2013 con La vita di Adele (altro film che aveva turbato gli animi più sensibili per una lunga scena di sesso tra le due protagoniste, Adèle Exarchopoulos e Léa Seydoux), non ha rilasciato dichiarazioni in merito a quanto accaduto.
Sono stati soprattutto i giornalisti statunitensi e britannici ad aver gridato allo scandalo, come Robbie Collin: il critico del Telegraph ha addirittura definito il film “una noiosa maratona inutilmente pornografica e ossessionata dai culi”.I'm a great admirer of Abdellatif Kechiche’s filmography, but thanks to Mektoub, My Love: Infinity War, there are now some big buts. https://t.co/0nSZBQ52QL
— Robbie Collin (@robbiereviews) 23 maggio 2019
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