Al MiArt il Novecento si fa in dieci

Ogni sua decade fu generosa per le avanguardie a venire

Al MiArt il Novecento si fa in dieci

Il Novecento è ancora contemporaneo: ogni sua decade fu generosa per le avanguardie a venire, complici gallerie pronte a nutrire, non solo economicamente, la produzione artistica. Per questo, in un calendario di fiere dell'arte sempre più fitto, glam e globetrotter, MiArt, fiera internazionale d'arte moderna e contemporanea di Milano, annuncia una 21ª edizione saldamente ancorata al dialogo tra passato e presente, impreziosita da gallerie di qualità per proposte non scontate (dal 7 al 10 aprile, a Fieramilanocity).

Diretta per il quarto anno consecutivo da Vincenzo De Bellis, accoglie 154 gallerie da 16 Paesi: accanto a nomi come Gavin Brown's da Londra, Köning da Berlino e le italiane Artiaco, Lia Rumma, Tega, De Carlo, ci sono nuovi ingressi prestigiosi (su tutti: la londinese Blain Southern). Confermato il format con quattro sezioni suddivise tra «Established» per gallerie che propongono artisti storicizzati (quelle che hanno avuto il maggior giro d'affari lo scorso anno) e contemporanei; «Emergent» per galleristi attenti ai giovani talenti; «Object» che, nei giorni delle anteprime del Salone del Mobile, accontenta i collezionisti del design a edizione limitata; e «THENnow», dove otto coppie di gallerie confrontano un artista consolidato e uno recente. «Un modo per restituire visibilità a nomi che avrebbero meritato di più», commenta De Bellis pensando a Giovanni Anselmo in dialogo con Daniel Steegmann Mangrané o a Pietro Consagra accanto a Luca Monterastelli.

Un percorso a parte merita la novità «Decades»: nove gallerie, dallo Studio Guenzani di Milano a Richard Saltoun di Londra, presentano un percorso espositivo lungo un secolo, il '900, scandito per decenni. «Il mercato internazionale è molto attento all'arte italiana del secondo dopoguerra: noi vorremmo proporre ai collezionisti opere e nomi meno scontati. C'è tutto un secolo da riscoprire, anche con investimenti misurati», spiega De Bellis. Confermata la presenza di duecento ospiti internazionali in una «settimana dell'arte contemporanea» che vedrà a Milano anche le inaugurazioni di mostre significative tra cui la retrospettiva sullo Studio Azzurro a Palazzo Reale e Carsten Höller all'Hangar Bicocca.

Denso e con nomi di spicco, tra cui Hans Ulrich Obrist dalla Serpentine Gallery di Londra, Chris Dercon dalla Tate, Stuart Comer dal MoMa, Martin Bethenod da Palazzo Grassi - il programma dei «MiArtalks», ciclo di dibattiti organizzato con In Between Art Film per discutere del legame tra arti visive e performance.

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