Michael J. Fox torna a parlare di Parkinson, il morbo contro cui lotta dal 1991. Il celebre Marty McFly di Ritorno al futuro, oggi 58enne, ha anticipato al magazine People alcuni estratti del memoir No Time Like the Future: An Optimist Considers Mortality, la sua autobiografia che verrà pubblicata il 17 novembre 2020 negli Stati Uniti da Flatiron Books.
Si tratta del suo quarto libro, nel quale racconta a modo suo l'approccio e il rapporto con la malattia. "Ciò che è emozionante per me – spiega l'attore – è che questo nuovo libro è meno biografico e un po' più di prospettiva: affronto delle domande che credo tutti abbiamo sulla nostra vita. Chi sono? Dove mi trovo? Dove sto andando? Non voglio anticipare nulla, ma credo di averlo scoperto".
Michael ha impiegato parecchio tempo per rendersi conto che avrebbe dovuto convivere col Parkinson, ma ha sempre conservato uno spirito positivo e un forte senso dell'umorismo, come ha mostrato nei suoi precedenti libri, Lucky Man del 2002 e Always Looking Up: The Adventures of an Incurable Optimist del 2009.
Michael J. Fox e la forza della famiglia
Nel prossimo memoir, Fox affronta di petto la salute e l'invecchiamento, la forza della famiglia (la moglie Tracy Pollan e i quattro figli: Sam Michael, Aquinnah Kathleen, Schuyler Frances ed Esme Annabelle) e degli amici. Tutti gli sono stati accanto quando, nel marzo dell'anno scorso, ha rivelato di dover subire un intervento chirurgico alla colonna vertebrale.
"Avevo dei problemi ricorrenti – ha detto al New York Times – e mi avevano detto che erano benigni, ma se fossero rimasti mi avvertirono che avrebbero diminuito la sensibilità delle gambe e le mie capacità di movimento. Poi, all'improvviso, iniziai a cadere troppo spesso. Ero ridicolo".
Quando i medici hanno analizzato a fondo il problema, l'hanno messo in relazione al Parkinson e l'attore ha deciso di operarsi. Oggi come in passato, Fox crede fermamente che più qualcosa è inaspettato, più da certe situazioni c'è tanto da imparare. La malattia va accettata senza rassegnarsi: affrontarla in maniera diretta, da inguaribile ottimista e senza fingere che non esista, è la soluzione.
"Nel mio caso – ha chiosato Fox –, cos'è che mi ha fatto saltare dal corridoio alla cucina pensando di stare bene quando sei mesi prima ero su una sedia a rotelle? È perché avevo delle
previsioni ottimistiche su me stesso, e avevo avuto dei risultati per confermare quelle aspettative, ma avevo avuto anche dei fallimenti. E a questi non avevo dato lo stesso peso".
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