Lei prima del Festival deve sostenere un esame al Conservatorio. Lui seguirà uno dei suoi tanti progetti. Ma all'Ariston Francesca Michielin e Fedez arriverano comunque «con un po' di ansietta» (dice lui) e «molto emozionata» (lei). Sono in gara da favoriti con il brano Chiamami per nome che, secondo la Michielin, «è un brano d'amore più trasversale». «La struttura non è la classica strofa-ritornello-strofa-ritornello», ha aggiunto Fedez. Il brano è nato dalle scintille delle loro collaborazioni al tempo del primo lockdown, nell'epoca dei «balconi».
Hanno già provato con l'orchestra da 60 elementi che sul palco dell'Ariston darà al brano un riflesso diverso da quello della versione originale. «Io non avevo mai cantato con un'orchestra da 60 elementi», spiega Fedez con quel sorriso spontaneo che è uno dei suoi marchi di fabbrica. Oltretutto, in questo brano lui canta più che rappare, segno di un percorso che lo porterà un giorno ad affrontare la musica leggera a tutto tondo senza limitazioni di genere. «Il mio insegnante di canto dice che è bravissimo», butta lì Francesca Michielin che, nella coppia, pare quasi la sorella maggiore, più razionale, precisa, rassicurante. È una musicista, oltre che cantautrice, e si sente ogni volta che accenna alla canzone o all'esecuzione sul palco. Ad esempio spiega che «nel brano ho messo anche una parte con il synth Korg M1, ci giocavo da piccola». E che il brano «è una storia d'amore più ampia e trasversale di quella che Fede e io cantavamo in Magnifico». Invece il lato magnifico di Federico Lucia in arte Fedez è che in questo momento ha «voglia di cambiare, è il periodo delle cose non ponderate. La prima volta che sono venuto a Sanremo accompagnavo Lorenzo Fragola e mi sono detto: io non sarei mai in grado di cantare su quel palco». Aveva anche detto che il Festival era una vetrina che serviva solo «a chi ne ha bisogno» e che a Sanremo si va «soltanto quando ci sono problemi».
Oggi spiega: «Sì è vero, l'ho detto cinque anni fa e in cinque anni si cambia. Ed è cambiato anche il Festival. La svolta è stata con Ultimo e Mahmood, ora tira un'aria diversa. In ogni caso, dopo tutti i problemi legati al mondo discografico, quest'anno Sanremo è un palco prezioso». A proposito di Mahmood, è uno degli autori del brano con cui Michielin e Fedez si presentano in gara: «L'obiettivo che ci siamo dati non è quello di vincere ma di fare una bella performance, senza altre pretese». Naturalmente tengono segreta la «cover» che faranno nella serata del giovedì, anche se qualcuno garantisce sarà Replay di Samuele Bersani: «Non possiamo dire nulla». Di certo sarà un Festival di Sanremo in piena pandemia ma senza canzoni espressamente riferite al Covid: «Sono i nostri anticorpi che ci portano a scrivere qualcosa di positivo proprio in questo momento così preoccupante e negativo», dice saggiamente Michielin».
Ma è giusto riconoscere che anche Fedez ha sempre maggiore profondità nelle proprie riflessioni.
Come quando analizza le critiche che gli sono piovute addosso per la raccolta fondi al tempo del primo lockdown: «Solo chi fa si espone alla critiche», spiega e ha ragione in un mondo nel quale è più facile criticare tutto e tutti senza prendersi la briga di alzare un dito per fare qualcosa.
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