Miriam Leone: "Bisogna smetterla di considerare la maternità come un destino obbligato"

Intervistata da Grazia, Miriam Leone ha parlato del suo passato e dei suoi progetti per il futuro, spiegando che il matrimonio e figli, per il momento, non sono nei suoi piani

Miriam Leone/Instagram
Miriam Leone/Instagram

Miriam Leone non è né la diva triste di 1993 e né l’ispettrice coraggiosa di Non uccidere, ma non è neppure la ragazza con marito e figli che la sua famiglia ha sempre sognato.

Nel numero di Grazia in edicola questa settimana, Miriam Leone parla del suo passato, della sua vita e di quel futuro non ancora scritto. "Da ragazzina avrei voluto essere trasparente, e invece mi sentivo osservata - spiega -. Questo mi faceva sentire diversa, straniera, mi metteva a disagio. Volevo capire chi fossi davvero. E mi cercavo. Mi facevo i capelli di tutti i colori, quando ancora questa era una scelta assurda. Compravo i vestiti usati ai mercatini delle pulci e li accostavo creando look improbabili. Avevo 15 anni e volevo disperatamente comunicare al mondo che ero a caccia di altri panni da indossare".

Miriam Leone confessa di aver mentito a se stessa a lungo. "Volevo aderire - continua - ai desideri della mia famiglia: laurea, matrimonio, figli, casa in riva al mare con terrazzo e barbecue. Ho la casa, il terrazzo e il barbecue. Ma me li sono comprati tutti da sola, senza l’aiuto di un uomo".

L'attrice parla anche del suo futuro, della famiglia e di quei figli che "per ora non sono nel mio orizzonte".

"E voglio proprio dirlo - conclude - perché bisogna smetterla di considerare la maternità come un destino obbligato. Ci sono donne che non vogliono un figlio, altre che non possono averlo. Libere tutte. Detto questo, magari fra due giorni sono incinta, nel caso le telefono. Oh, sto scherzando, eh".

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