Miriam Leone ritorna nelle sale il 13 dicembre con il nuovo film Il testimone invisibile in cui recita con Riccardo Scamarcio e Fabrizio Bentivoglio.
Per l'occasione l'attirce è stata intervistata dal settimanale Grazia. Miriam Leone ha parlato della sua carriera e dei 10 anni passati dalla vittoria a Miss Italia. "Avevo 23 anni e non ero una bambina, anzi posso dire che ero la zia delle altre ragazze, e la mia vita è cambiata in un modo che fatico ancora a decifrare - spiega -. Sono andata pensando: io lo so dentro di me che cosa voglio fare, e questa può essere una carta da giocare per emanciparmi e per andare via da questa realtà in cui stavo seduta davanti al mare a guardare l’orizzonte e aspettavo che succedesse qualcosa. Studiavo Lettere all’università, ma non sapevo che cosa avrei fatto della mia vita, ero senza futuro".
A Miriam Leone non poteva non essere chiesto del caso Harvey Weinstein, il produttore accusato di molestie da diverse donne del mondo del cinema. "Io lavoro benissimo con gli uomini, amo lo scambio, anche la battuta greve mi fa ridere, la prendo con ironia - continua -. La grevità della battuta che mi viene fatta appartiene a chi la fa, proprio non mi tocca. E sono la prima che spesso fa una battuta con una parolaccia, ma se c’è qualcuno che ha dei problemi, che non ha imparato a vivere e a relazionarsi, non ho intenzione di fargli da assistente sociale.
L’importante è che ci sia la consapevolezza che non si può usurpare il diritto della donna a dirti di no. Ho apprezzato e aderito a Dissenso Comune e #nonènormalechesianormale. Dobbiamo rompere le scatole, sensibilizzare, fino ad apparire noiose, bisogna comunicare questo messaggio semplice: no vuol dire no".
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