Qualcuno che canta un ritornello diverso c'è, per fortuna. Perché "la musica è di tutti", a dispetto di chi vorrebbe connotarla. Ribadirlo potrebbe sembrare un'ovvietà, ma non in questi giorni. Al termine di una campagna elettorale nella quale anche i cantanti e le canzoni sono diventati strumento di contesa, c'è chi ha preferito usare parole distensive. Sui social, è stato il cantante Pupo a intervenire in tale direzione dopo che Giorgia Meloni aveva utilizzato la sua canzone, "Su di noi", al comizio di chiusura della campagna elettorale Fdi.
Sebbene sui social qualcuno avesse già tentato di buttarla in politica, commentando la playlist meloniana, l'artista aretino ha scansato ogni polemica. In un video-selfie, Pupo (alias Enzo Ghinazzi) ha recitato una propria riflessione per ribadire che la musica non ha colore né specifiche appartenenze. "Che siano di destra o di sinistra, che siano atei o credenti, che siano rossi o che siano neri, che siano Guelfi o che siano Ghibellini, che siano conservatori o progressisti che siano juventini o fiorentini, che siano russi o ucraini... A chiunque usa la mia musica io dico grazie, perché la musica è di tutti, come l'arte", ha affermato il cantante.
L'artista 67enne vanta una lunga carriera e una popolarità che travalica i confini nazionali, estendendosi a Paesi come la Russia e l'Ucraina. La sua musica, con brani come "Gelato al cioccolato" e per l'appunto "Su di noi", appartiene al repertorio nazionalpopolare e proprio per questo non è certo ascrivibile a una certa parte politica. Da qui, la precisazione social che in tempi di campagna elettorale ha comunque suscitato attenzioni.
A differenza di quanto affermato da Pupo, infatti, alcuni artisti si erano lamentati per l'utilizzo dei loro contenuti musicali e audio all'interno delle manifestazioni del centrodestra.
Dapprima lo avevano fatto i ragazzi de La Rappresentante di Lista, definendo Salvini "becero abusatore di hit" per il fatto di aver trasmesso un lo brano durante un comizio. Più recentemente Ligabue, Stefano Accorsi e il produttore Domenico Procacci avevano diffidato la Lega dall'utilizzo a scopi elettorali di un estratto audio del loro film Radiofreccia.
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