«Noi possiamo mentire, ma la musica non mente mai». Su queste parole Franco Mussida, leggenda del chitarrismo italiano (nonché fondatore della band Pfm e della scuola di musica Cpm a Milano), deposita le armonie e i suoni cesellati con straordinario gusto di Il Pianeta della Musica e il Viaggio di Iòtu, nuovo album in uscita il 7 ottobre in formato «esclusivamente fisico». Una scelta che l'artista non esita a marcare con piglio ideologico, evocando quella generazione di «sciamani matematici, nativi analogici» cui si sente di appartenere. Cd e vinile (quest'ultimo con bonus track, Stupore) sono lì a raccontare un perfetto concept album.
Il chitarrista arrangiatore di tanti brani di Fabrizio De André si è fatto costruire uno strumento speciale: «È una chitarra baritono spiega più adatta alla mia voce, dove ogni nota continua senza l'uso di pedalini e con la quale non ricorro a distorsioni. Viviamo un'epoca di violenza sonora, di eccessi, di produzioni ingolfate di qualsiasi cosa, ascoltate dai giovani da quei trita-suoni che sono i cellulari. L'urgenza per me, oggi, è togliere». Risultato: una storia dal sapore allegorico («il protagonista è Iòtu, un ragazzino che nel nome possiede le due inclinazioni dell'essere umano, l'egoismo dell'io e l'altruismo del tu, una sorta di personaggio che vive dentro di me e che, all'età di quattro anni, per la prima volta venne a contatto con la magia del suono della chitarra») raccontata da parole (tante) ma soprattutto suono. Declinato in un nuovo genere «che - prosegue Mussida mi piace definire UltraProg-Pop, non costretto a seguire la forma canzone classica». Quella, in definitiva, imposta dal mercato: «Oggi vedo giovani condizionati dalle regole canoniche, che inseguono solo ritmo e timbro.
Ma la musica è un'altra cosa, è andare alla radice del suono». Dal suo Cpm sono usciti comunque giovani come Mahmood e Camilla Magli, dunque la lezione produce semi. Franco Mussida presenterà il nuovo disco nei Feltrinelli Store di Roma (14 ottobre), Milano (21) e Firenze (24).
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