Dodici persone si svegliano in una radura nel mezzo di una foresta. Scoprono di essere state drogate, rapite e trasportate in quel luogo irriconoscibile. Quasi subito trovano un baule pieno di armi da fuoco e da taglio. Non appena hanno prelevato l'ultima pistola, qualcuno apre il fuoco su di loro. Il gioco è subito chiaro. Le dodici persone sono le prede di una battuta di caccia. Perché l'esito non sia troppo scontato, i cacciatori hanno concesso la possibilità di difendersi e mettersi in salvo. In realtà è una carneficina. Gli assalitori, a differenza degli assaliti, sono addestrati e conoscono il terreno.
Esistono decine di film con questa sceneggiatura ma nessuno è come The Hunt, con Hillary Swank, regia di Craig Zobel. Infatti si capisce subito che il gioco ha un sottinteso politico esilarante. I cacciatori sono ricchi membri delle élite metropolitane. La loro Bibbia è il politicamente corretto più esasperante. I cacciati sono un mucchio di «deplorevoli», formula che ricalca alla lettera la definizione che Hillary Clinton diede dell'elettorato di Trump: «basket of deplorables». Sono quindi, per la maggior parte, blogger complottisti che negano l'esistenza del riscaldamento globale, reduci delle Guerre del Golfo fanatici di fucili, opinionisti di terza mano ossessionati dalla libertà d'espressione e così via. Sono all'incirca persone come quelle che hanno «assaltato» Capitol Hill poche settimane fa.
Mentre ammazzano i bifolchi, i cacciatori discettano di innalzamento delle maree, litigano sull'espressione «di colore» per definire un afro-americano, si lamentano in continuazione per le battute «sessiste», criticano l'appropriazione culturale, espongono teorie sulle pari opportunità... Insomma sono imbecilli del politicamente corretto. Nella caccia al bifolco vedono l'esercizio di un chiaro diritto. È la conseguenza logica della loro superiorità morale. I bifolchi sono subumani, più o meno animali, dunque che male c'è ad abbatterli a fucilate? Non dovrebbe neppure essere reato. Però qualcosa non va. Le vittime sono state «reclutate» (a forza) navigando nei social media. Ora provate a immaginare cosa potrebbe accadere se una banale omonimia avesse causato uno scambio di persona...
Il film è molto divertente, al netto delle scene horror truculente e delle risse volutamente esagerate in modo che risultino quasi da cartone animato. Eppure ha raccolto solo polemiche. The Hunt è una produzione di Blumhouse, la casa cinematografica indipendente nota soprattutto per film horror di successo come Paranormal Activity e The Purge (ma ha anche vinto un Oscar con BlacKkKlansman). In catalogo ci sono film decisamente trasgressivi e «scorretti». Fu un caso, ad esempio, Scappa-Get Out, un'altra esilarante (per quanto sanguinosa) satira del perbenismo di sinistra.
Nell'agosto 2019, la distribuzione del film negli Stati Uniti è stata bloccata sulla scia di una serie di sparatorie in Ohio, Texas e California che avevano causato più di 30 morti. A infiammare il dibattito intorno alla pellicola è stata però la battuta di The Hunt a cui abbiamo già accennato: «Non c'è niente di meglio che andare nella tenuta e massacrare una dozzina di deplorevoli». Scandalo! A dire il vero dai confini poco chiari. Secondo alcuni opinionisti, il presidente Donald Trump accennava a questa pellicola quando disse che Hollywood era una fabbrica di odio verso la gente comune. Fatto che risulta inverosimile dopo aver visto il film. In The Hunt, i «deplorevoli» saranno anche poveri tonti ma non pazzi assassini come i paladini del politicamente corretto. In Europa, a causa della pandemia, il film passa più o meno direttamente ai negozi di blu-ray o in qualche servizio a pagamento in streaming. Da un paio di giorni è approdato come prima visione su Sky e a noleggio su NowTv.
Queste traversie dicono una sola cosa: il regista Craig Zobel ha toccato un nervo scoperto. Mezzo mondo conduce una guerra (in)civile a bassa intensità. Le élite cosmopolite governano. La piccola e media borghesia lottano per la sopravvivenza. Come nel film.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.