Ieri Fedez era al Concertone del Primo maggio. Lo scriviamo per scrupolo per quei pochissimi che tra ieri e oggi hanno avuto di meglio da fare che non seguire social e tv. Fedez, quindi, è salito sul palco della cavea dell'auditorium parco della Musica di Roma, ospite del classico concerto che viene organizzato dai sindacati nel giorno della Festa dei lavoratori. Mai come quest'anno il Concertone rosso avrebbe dovuto calcare la mano per ricordare i tanti lavoratori dimenticati dai vari programmi di ristoro, tra i quali proprio quelli dello spettacolo. Ma ci sono anche i rider sfruttati e i lavoratori di Amazon in fermento, ci sono i centri commerciali che non hanno una data per le riaperture, i parchi divertimento che, se tutto va bene, potranno riaprire i loro cancelli non prima di luglio e tanti altri lavoratori.
"Caro Mario"
Quale miglior cassa di risonanza, quale miglior megafono per dare voce a questi lavoratori se non il concerto tradizionale nel giorno della loro festa? Invece oggi si può parlare di occasione persa. Basta aprire i social, accendere la tv, guardare i siti di informazione per capire il motivo: Fedez ha accentrato su di sé l'attenzione e di fatto ha eclissato il resto. L'ha fatto alzando il tono della polemica personale sulla Rai e poi sul ddl Zan, dedicando ai lavoratori dello spettacolo (non ad altri) solo un accenno in apertura del suo discorso, che in tanti avrebbero già dimenticato se non fosse per l'assurdità di rivolgersi al presidente del Consiglio chiamandolo solamente "Mario", come se tra loro ci fosse un rapporto fraterno, bacchettandolo per non essere intervenuto sulla questione dei lavoratori dello spettacolo. Fedez che usa la penna rossa con Mario Draghi. Vabbè.
Il non coraggio di Fedez
Il coraggio (quale coraggio?) che tanti oggi cuciono addosso a Fedez per la successiva parte sul ddl Zan poteva usarlo per schierarsi con forza dalla parte di tutti i lavoratori nel giorno della loro festa. Anche dalla parte di quelli di Amazon, dal quale il rapper prende fior fior di quattrini, che forse sarebbero stati messi a rischio se avesse fatto contro la multinazionale l'invettiva dedicata alla Lega. I lavoratori di Amazon organizzano scioperi frequenti per chiedere maggiori tutele ma le loro proteste sui social non trovano molto spazio. Forse non sono abbastanza instagrammabili o forse non è stato ancora trovato l'hashtag giusto. Chi lo sa.
Certo è che ci vuole poco coraggio a cavalcare un argomento di grande consenso che ha già i riflettori puntati contro e che crea facilmente engagement, rispetto a uno più di nicchia, che richiede davvero molta fatica per essere portato alla ribalta. Come sottolinea anche Selvaggia Lucarelli in uno dei suoi ultimi post, "in questo Fedez poteva essere coraggioso. Dimostrare di avere il coraggio di perdere qualcosa. Sposare - anche- una causa molto meno popolare, molto meno nota, molto meno raccontata". Molto meno social. In effetti, come avrebbe potuto pitturare le sue tette Chadia Rodriguez se avesse sposato la causa dei lavoratori? Tutte rosse? L'effetto sarebbe stato forse un po' macabro. Magari con una scritta? Ma no, è vero che non esiste ancora l'hashtag. Meglio il topless rainbow acchiappalike, che ultimamente va su tutto.
Il palco del Primo maggio è da sempre l'occasione per portare all'attenzione del grande pubblico i temi tanto cari alla sinistra ma quest'anno forse poteva essere diverso. La voce unica degli artisti dal palco allestito e organizzato con grande sforzo dalle sigle sindacali poteva urlare a pieni polmoni la rabbia dei lavoratori. Creare la polemica sul disagio dei ristoratori e dei tanti imprenditori sul lastrico.
Poteva diventare un grido di dolore per tutti quelli che hanno perso il lavoro e oggi si ritrovano in fila alla Caritas per un tozzo di pane. Invece no, davanti a due temi la priorità non è andata al mondo del lavoro, nel giorno della Festa dei lavoratori. Viva l'Italia, viva il coraggio di chi lotta davvero.
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