"Non sono di ferro... Mi lasciano sgomento i delitti sulle donne"

Il conduttore di Quarto grado in onda su Retequattro: "Cerchiamo un equilibrio tra emozioni e racconto dei fatti"

"Non sono di ferro... Mi lasciano sgomento i delitti sulle donne"

Per stasera aveva in scaletta l'audio della registrazione quasi integrale (fatta dalla vittima stessa) di una donna mentre sta morendo accoltellata dall'ex marito. Nel gergo giornalistico, un «bel colpo», da mandare in onda nella puntata numero 150 della trasmissione. Fuori dal cinismo dei cronisti, una delle tante, troppe, vicende di delitti contro le donne che lasciano agghiacciati per l'assurdità e la ferocia. Gianluigi Nuzzi, conduttore di Quarto grado, alla fine ha deciso di cambiare scaletta: i parenti hanno supplicato di non parlare più del caso di Lisa Puzzoli. «Di fronte al dolore di una famiglia, bisogna fare un passo indietro», spiega il giornalista diventato famoso per i libri-inchiesta sugli scandali del Vaticano e da settembre alla guida della trasmissione di Retequattro dedicata ai casi di cronaca nera. Stasera si parlerà di Federica, la sedicenne trovata morta sul lago di Bracciano, di un super testimone della scomparsa di Roberta Ragusa e dell'omicidio della piccola Matilda.

Non è mai semplice trovare l'equilibrio tra raccontare i fatti e calcare la mano sull'emotività del pubblico...

«La linea da tenere è una: mettere in fila gli elementi senza trasformarsi in investigatori o giudici. Non è nostro dovere fornire verità ma fare ipotesi che danno voce sia agli innocentisti che ai colpevolisti».

Anche un cronista di lungo corso, può ancora impressionarsi...

«Più che l'efferatezza di certi delitti, mi lascia sgomento il dolore degli innocenti, i figli che perdono le madri, i genitori che perdono le figlie e le persone semplici e con pochi mezzi economici che fanno fatica a trovare aiuto nei meandri della giustizia italiana».

Lei ha raccolto l'eredità di Salvo Sottile che ha creato e fatto crescere Quarto grado. Lui ora sta faticosamente cercando una nuova strada su La7...

«Auguro a Salvo tutta la fortuna. Per quanto mi riguarda, sto vivendo sulla mia pelle il passaggio da un pubblico particolare come quello de La7 ad uno molto più popolare come quello di Retequattro, che è il grande tessuto del Paese. Se devo per forza trovare qualche differenza tra le due versioni del programma, direi che io sono molto attento a porre i punti cardine di ogni giallo e a uno stile asciutto».

Qual è l'inchiesta di cui va più fiero?

«Tante, tra tutte citerei i dubbi che abbiamo instillato su Giuseppe Piccolomo, sotto inchiesta per altri due omicidi (tra cui la prima moglie), oltre a quello per cui è già stato condannato».

Nel frattempo sta preparando un'altra trasmissione d'inchiesta.

«Sì, ci stiamo lavorando. Ma visti i tempi difficili e la scarsità di risorse economiche, per riuscire a interessare il pubblico bisogna trovare elementi innovativi. Una volta si aveva il tempo di sperimentare, ora se sbagli una volta vieni impallinato».

A proposito di errori, i vertici Mediaset sono in subbuglio per Domenica Live messa sotto accusa per i lunghi e piccanti servizi hot. Lei è vicedirettore di Videonews, che produce il programma...

«Sì, ma non me ne occupo in alcun modo. Per cui non posso entrare nel merito della vicenda».

Invece, potrebbe essere un candidato a succedere a Giovanni Toti, impegnato politicamente accanto a Berlusconi, in una delle due direzioni di Studio Aperto o Tg4?

«Figuriamoci, sono uno degli ultimi arrivati a Mediaset. E sono al lavoro su ben altri fronti».

Anche se, Papa Francesco, con la ventata di pulizia che ha portato in Vaticano, le ha tolto linfa vitale per altri libri...

«Per fortuna! Come cristiano mi ritengo fortunato ad assistere a un momento così rivoluzionario nella storia della Chiesa. Ricordo che non ho mai voluto attaccare il Vaticano, ma solo i registi di azioni che non hanno nulla a che fare con il Vangelo».

E Papa Francesco le ha telefonato?

«No, ma nel caso non lo direi, non vorrei dare adito a strumentalizzazioni».

Quanto le pare incisiva l'azione di Bergoglio?

«Secondo me, il Papa è incisivo non solo perché ha introdotto una legge di trasparenza sullo Ior, non solo perché ha tolto potere al cardinal Bertone, ma perché agisce sulla mentalità, togliendo ossigeno a quella mondanità che lo stesso Ratzinger cercava di osteggiare. Non ci sono due Papi a caso».

Racconterà in un libro come si è riusciti a fare pulizia in Vaticano?

«Se ne avrò l'occasione, di sicuro».

Intanto si trasforma in un Dan Brown?

«Ma no, sto scrivendo un romanzo verità per raccontare con uno stile diverso dalle inchieste asciutte la chiave complessiva di quanto

accaduto nella Chiesa negli ultimi 50 anni. Era Bertone che diceva che i miei libri erano romanzi alla Dan Brown: ora lui sta in un appartamento di 400 metri quadri in Vaticano, ma penso che il citofono di casa resti muto».

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