"Nudes", il dramma degli adolescenti

La serie su RaiPlay indaga dall'interno il fenomeno del "revenge porn" fra i giovani

"Nudes", il dramma degli adolescenti

Essere adolescenti negli anni Venti di questo secolo deve essere tutt'altro che facile. Anche prima della pandemia, che ha privato i ragazzi della necessaria socialità fisica, l'avvento dei social network e in generale della comunicazione online, hanno dato vita a fenomeni deleteri per la crescita dei ragazzi, come il revenge porn, fenomeno sottostimato che ha conseguenze importanti, a volte tragiche. L'argomento è trattato nella serie tv Nudes, creata apposta per il digitale, ora disponibile su RaiPlay con un linguaggio diverso da tv lineare, più adatto ai giovani.

Tratta da un omonimo teen-drama norvegese «ma non una pura traduzione di quel progetto», spiega il produttore Riccardo Russo, Nudes è stata creata e scritta da Liv Joelle Barbosa Blad, Erika Calmeyer e Nina M. Barbosa Blad e ha visto Laura Luchetti dirigere un cast composto per l'80% di non professionisti.

Divisa in tre capitoli, raccoglie le storie di tre teenager che si ritrovano a fare i conti con la divulgazione online di immagini private, svelando le insidie dei social media. Vittorio, Sofia e Ada sono tre facce diverse della stessa medaglia, tre esistenze travolte dalla nudità finita online. «L'adolescenza è sempre stato un momento difficile ma i mezzi di oggi acuiscono questo malessere dice la regista Laura Luchetti È un problema che esplode nel momento in cui avviene una tragedia, ma che in realtà è un rumore di fondo, sempre presente. Il revenge porn, ho capito facendo ricerca e avendo anche una figlia adolescente, è un problema silente e molto più vicino a noi di quanto pensiamo. Questa serie mi ha dato la possibilità di mettere una luce su tutto questo. La grande soddisfazione è stata vedere questi ragazzi che mi aprivano il loro mondo, di modo che io potessi entrare senza giudicarli dall'alto. È un viaggio nella purezza e nell'incoscienza di quell'età». È anche un racconto sensuale. «Perché la sensualità sana e meravigliosa di quell'età andava esplorata continua la regista - La serie norvegese è più pudica, la nostra è piena di pelle, di volti, di passioni, di tutti i quei movimenti a volte goffi di quell'età. Volevo una fotografia di quello che c'è oggi, con la fluidità, i dubbi. È stata una lunga sessione di psicoterapia, io non chiedo mai ai miei attori di imparare a memoria, cerco espressioni più profonde. Abbiamo anche improvvisato moltissimo». Otto settimane di riprese, 3 comuni della provincia italiana, 24 location e 30 attori di cui l'80% non professionisti «hanno portato a un risultato che coniuga responsabilità e intrattenimento - dice Riccardo Russo di Bim Produzioni usando linguaggi nuovi».

C'è Vittorio che viene indagato per diffusione di materiale pedo-pornografico, c'è Sofia finita in un video che gira di telefonino in telefonino, c'è la quattordicenne Ada che è stata adescata in un sito di incontri e le sue immagini sono finite su alcuni siti pornografici. «C'è una frase che dice Vittorio che è alla base di questo racconto spiega la regista non ho calcolato le conseguenze, dice, e diventa subito chiaro dove sta il problema». A interpretare Vittorio è Nicolas Maupas: «Se anche solo un ragazzo dopo aver visto questa serie trovasse il coraggio di denunciare sarebbe una vittoria. Il nostro obiettivo è aiutare a capire il fenomeno». Anna Agio è la giovanissima Ada: «Sono contenta di rappresentare un personaggio che racconta la realtà di oggi, spero che serva ai ragazzi». Fotinì Peluso interpreta Sofia: «Questo è un fenomeno di cui si parla tantissimo ma si conosce molto poco e soprattutto se ne parla con leggerezza. Si fa una gradazione di gravità, una foto sembra meno grave di un video, ad esempio, ma non è così, sono tutte violenze e credo che la serie lo metta in luce. Nudes non addossa mai le colpe a qualcuno e questo credo sia importante».

«Quello che viene fuori da queste storie è che c'è bisogno di una alfabetizzazione emotiva - dice Elena Capparelli di RaiPlay -, questi ragazzi pensano di sapere usare certi mezzi ma hanno bisogno di intelligenza emotiva che significa saper interpretare i sentimenti degli altri e imparare a non travalicare confini oltre i quali si diventa sia vittima che carnefice».

La serie è prodotta in collaborazione con Rai Fiction. «Questo è un invito alla riflessione - dice il Direttore di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati - per i ragazzi ma anche per noi adulti, perché siamo noi che dobbiamo capire cosa sta succedendo ai nostri giovani».

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