Trovare "La coppia quasi perfetta"? Ora si può: ci pensa la scienza

"La coppia quasi perfetta" non ha nulla a che vedere con le solite commedie romantiche: l'amore è una questione di chimica e si trova in base all'esame del Dna. Quella che sembra pura fantascienza è una realtà già esistente

Trovare "La coppia quasi perfetta"? Ora si può: ci pensa la scienza

Secondo un mito narrato da Platone ne "Il Simposio", in origine gli umani erano esseri perfetti e completi, con due teste e otto arti. Non esisteva nessuna distinzione tra uomini e donne. Queste creature hanno osato sfidare Zeus, che per indebolirli ha spaccato i loro corpi in due, come una mela. Da quel momento, ogni uomo è alla ricerca della sua metà, dell’anima gemella, che possa riportarlo alla perfezione primordiale. Stando a questo racconto, l’amore, quello vero, è unico e irripetibile ed è scritto nel nostro "destino". Fantascienza? Non proprio, almeno secondo Howard Overman, ideatore di "The One"-"La coppia quasi perfetta". La serie targata Netflix è uscita sulla piattaforma a marzo 2021 e non ha nulla a che vedere con le solite commedie romantiche.

La trama

Nelle acque del Tamigi viene ritrovato un cadavere in avanzato stato di decomposizione. Si tratta di Ben Naser, ex coinquilino della genetista Rebecca Webb, Ceo e ideatrice di "The One", una piattaforma di dating online che ha sperimentato un sistema infallibile per trovare il grande amore, sfruttando l’esame del DNA. Secondo la ricercatrice e il suo amico e socio James Whiting, il "match" perfetto è questione di chimica: due persone che condividono le stesse mutazioni genetiche e simili profili chimici sono destinate ad avere relazioni felici. Come fanno a saperlo con certezza? Rebecca ha testato la ricerca su di sé, trovando la sua anima gemella. La scoperta è sconvolgente: basta un solo capello per conoscere il vero amore e tutti corrono a fare il test. In pochi mesi il fatturato dell’azienda cresce enormemente e il numero dei divorzi in Inghilterra subisce un’impennata, scatenando le perplessità dell’opinione pubblica e del governo. Cosa si è disposti a fare per trovare l’amore? C’è un collegamento tra il successo di "The One" e l’omicidio di Ben Naser?

L’anima gemella esiste davvero?

"La coppia quasi perfetta" ricorda molto i toni di "Black Mirror", visibile sempre sulla piattaforma Netflix, ed è adatta agli amanti dei thriller fantascientifici. Eppure, in questa storia c’è molta meno fantasia di quello che sembra. Già da molti anni all’estero di tanto in tanto appaiono delle aziende di dating online che usano l’esame del DNA per formare gli abbinamenti, promettendo risultati infallibili. Dopo la creazione dell’account, spediscono a casa un kit per prelevare autonomamente un campione di saliva ed effettuare un test del DNA, il tutto a prezzi più che accessibili. Tra questi ecco alcuni nomi: la svizzera GenePartner (che è anche la più “vecchia”, visto che è stata fondata nel 2008), l’americana Pheramor, la canadese Dna Romance. La maggior parte di queste società studia e compara la sequenza di geni dell’HLA, legati all'emissione degli ormoni che determinano l'odore di una persona.

Tutte arrivano più o meno alla stessa conclusione: individui con un codice genetico differente tendono ad attrarsi. Questa scoperta verrebbe confermata dalla natura stessa: i geni dell’HLA sono importanti nella determinazione dell’immuno-resistenza e i figli, nati da persone con profilo genetico differente e differenti geni HLA, "avranno una maggiore protezione contro una più ampia varietà di malattie", come riportato sul sito di GenePartner. C'è un’altra grande verità: l’anima gemella per la scienza non esiste, dato che il numero di persone con un DNA compatibile al nostro è fortunatamente elevato. Sul sito di Dna Romance "con oltre 7 miliardi di persone sulla Terra" si parla di "diverse migliaia di corrispondenze quasi perfette" per ogni individuo.

Questi test del DNA funzionano per trovare l’amore?

Quello che la scienza pare riesca attualmente a misurare è l’intesa a livello sessuale e la sua durata nel tempo. Come riportato sul sito di GenePartner, tutto è partito da uno studio del 1995 dell’Università di Berna in Svizzera e da 28 volontari: durante l’esperimento gli uomini hanno dovuto indossare gli stessi abiti per più giorni di fila e le donne hanno dovuto annusarli e dare un giudizio. Contro ogni prognostico, le volontarie hanno preferito le magliette di coloro che avevano molecole di HLA differenti dalle loro, cioè i partner con cattivi odori diversi dal proprio. La ricerca è andata avanti: nel 2006 l’Università del New Mexico ha provato a capire se "l’odore" e l’intesa sessuale possano in qualche modo dire qualcosa sul comportamento della coppia e la durata di una relazione. Hanno scoperto che quando l’HLA è diverso la vita sessuale è considerata soddisfacente da entrambi i partner, mentre di fronte a sequenze simili l’attrazione sessuale tende a diminuire con il tempo, portando anche all’aumento del numero di tradimenti.

Una buona intesa sotto le lenzuola è importante in una coppia, ma l’amore è qualcosa di più complesso. Anche il vissuto di una persona, la sua istruzione e il contesto sociale in cui vive sono fattori che possono determinare la buona riuscita di una relazione. È difficile che un prelievo di saliva e un algoritmo possano leggere tutto questo e capire quello che le persone comprendono dopo anni di corteggiamento, di conoscenza e di confronto con il partner. Non ci sarebbero più "i due di picche", le delusioni d’amore che talvolta aiutano a crescere. Non esisterebbero il colpo di fulmine, l’ansia per il primo appuntamento, l’emozione per il primo bacio o per una proposta di matrimonio. Le relazioni diventerebbero qualcosa di scontato, già scritto e noioso.

Sarà anche vero che l’anima gemella non esiste, ma l’amore, quel sentimento che spinge due persone a cercarsi per tutta la vita, a trovarsi e a proteggere quella relazione, credendo che sia unica e irripetibile, è la cosa più simile alle favole che esista e rinunciarvi sarebbe un vero peccato.

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