Era il 1985 quando Richard Donner portò sul grande schermo "I Goonies", storia nata da un soggetto di Steven Spielberg e incentrata su un gruppo di ragazzini alquanto sfortunati che partono alla caccia di una nave scomparsa e del suo tesoro. Un film che non solo è diventato un cult e fonte di citazioni per prodotti come Stranger Things; ma anche una storia che, oggi, travalica i confini dello schermo e approda nella realtà e nella vita vera. Quando gli archeologi sono entrati in una grotta di Nehalem Bay, in Oregon, non hanno trovato un tesoro nascosto, né ciò che rimaneva di un vecchio capitano di mare diventato leggenda. Non c'era né la nave Inferno né il vecchio Billy L'Orbo che i goonies tanto cercavano, ma sedici grandi resti di legno che gli studiosi pensano possano essere ciò che rimane della Santo Cristo de Burgos, un galeone risalente al XVII secolo, partito da Manila e poi svanito nel nulla, inghiottito dal Pacifico e mai più riemerso.
Il Santo Cristo de Burgos è la nave da cui la produzione de I goonies ha preso ispirazione per l'Inferno, nave costruita appositamente per il film e poi distrutta, noostante fosse un vascello effettivamente funzionante. Cosa accadde realmente alla Santo Cristo de Burgos nel 1693 rimane ancora oggi un mistero. La nave semplicemente scomparve nel nulla mentre attraversava la rotta che da Manila doveva portare ad Acapulco, in Messico. Una rotta che, almeno secondo la ricostruzione fatta dal Washington Post, era abitudinaria per i mercantili spagnoli dell'epoca. La Santo Cristo de Burgos trasportava inoltre un tesoro fatto di pregiata cera d'api, sete rare e porcellane cinesi. Porcellane e morsi di cera d'api che sono stati rigettati sulle spiagge dell'Oregon e nello specifico nella zona di Nehalem Bay, al punto da spingere numerosi archeologi e appassionati a continuare la ricerca della Santo Cristo de Burgos che, nella zona dell'Oregon, è conosciuta anche con il nome di Beeswax Wreck.
Una storia che ha appassionato l'archeologo Scott Williams, al punto da creare la Società di Archeologia Marittima impegnata proprio nella ricerca del galeone scomparso. Il punto di svolta è stato raggiunto quando un pescatore di quarantanove anni, Craig Andes, ha ipotizzato che le sedici travi di legno che si trovavano nella grotta di Nehalem Bay venissero davvero dal relitto che tutti stavano cercando. Grande fan de I goonies secondo quanto riportato da National Geographic, l'uomo ha continuato a portare avanti la sua ipotesi, nonostante all'inizio fosse stato accolto con un grande scetticismo. Il dubbio veniva dal fatto che nessuno riteneva possibile che travi di legno fossero rimaste in acqua per 300 anni senza subire particolari danni e riuscendo a conservarsi in modo tanto ottimale. Alla fine, però, Scott Williams e la sua società hanno deciso di dar seguito alla segnalazione e si sono avventurati alla ricerca della verità.
"Le grotte sono davvero difficili da raggiungere," ha detto Scott Williams al Washington Post. "Sono posizionate su una spiaggia che si può raggiungere solo con l'alta marea e poi c'è un'escursione difficile da fare, tra frane e campi di sassi". La spedizione, però, è proseguita e nonostante il peso proibitivo delle travi - che si aggira intorno ai 136 chili -, i resti sono stati recuperati e sottoposti ad analisi di laboratorio. Secondo i risultati scientifici, il legno ritrovato in Oregon deriva dall'Anacardiaceae, una varietà di legno duro tropicale che si trova in Asia. La datazione al radiocarbonio indica che l'albero fu abbattuto intorno al 1650: dati che confermerebbero con maggior certezza che i resti rinvenuti in Oregon siano davvero quelli della nave Santo Cristo de Burgos.
Ora le travi verranno messe a disposizione di tutti gli studiosi di galeoni e chissà che un giorno i fan de I goonies possano avere dei resti da visitare fingendo che siano quelli dell'Inferno guidato da Willy L'Orbo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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