Quando leggiamo un romanzo di Arturo Pérez-Reverte (Cartagena, 1951) non sappiamo mai se ammirare di più la scrittura e la capacità di affabulazione oppure l'intrigo, le peripezie audaci e rocambolesche vissute dal protagonista, come fa l'abile spadaccino Alatriste di molti racconti. Il nuovo romanzo L'Italiano (Rizzoli, pagg. 414, euro 20; tra. Bruno Arpaia) sorprende di nuovo il lettore poiché fa rivivere episodi di guerra avvenuti nella baia di Gibilterra e la spiaggia di Algeciras durante la Seconda guerra mondiale, negli anni 1942 e 1943. E indubbiamente la Storia ci tocca da vicino poiché parla delle motosiluranti italiane, chiamate per la loro forma rotonda «maiali», utilizzate dalla Decima Flottiglia MAS, comandata dal principe Junio Valerio Borghese, che vanta l'affondamento di quattordici navi inglesi ancorate nella base britannica di Gibilterra, obiettivo preciso dei sommozzatori che sfidano il pericolo entrando nella vigilata base militare dei nemici.
Una storia di uomini intrepidi, italiani protagonisti di temerarie missioni militari che sembrano smentire la reputazione della nostra poca attitudine alla guerra. È quanto afferma - ha confessato lo scrittore - l'anziano padre che, dopo aver visto insieme al figlio bambino il film I due nemici con Alberto Sordi e David Nive, gli dice uscendo dalla sala: «Non credere che gli italiani siano poi tutti come è Sordi nel film, hanno anche fatto cose coraggiose». E subito racconta le imprese militari compiute dalla Decima MAS, in particolare quelle del gruppo «Orsa Maggiore», che coinvolsero tanti uomini, morti e prigionieri rimasti ignorati.
I primi ricordi che spingono Pérez-Reverte alla ricerca di una ricca documentazione storica, attraverso la lettura di alcuni classici sull'argomento, è il libro Navi suicide di Luis de Sierra e, ancora I raids della Decima Flottiglia MAS di Esteban Pérez Bolivar, a cui si sommano diari e documentari dell'epoca, film e ricordi di testimoni insieme con lunghe interviste ai figli dei protagonisti e visite ai cimeli conservati nei musei di guerra di La Spezia e Venezia.
Non preoccupa l'autore l'esaltazione che il romanzo fa dei comandanti militari e del fascismo, poiché allo scrittore interessa soprattutto l'uomo: ammira il suo coraggio e lo spirito d'avventura che giunge al sacrificio della propria vita. A Pérez-Reverte non importa da che parte ideologica stanno i personaggi della storia che racconta possono essere gerarchi fascisti e lo stesso dittatore Franco poiché è attento all'eroismo del protagonista, elogia la sua audacia e descrive con ammirazione il perseguimento della missione da compiere. In questa storia i suoi modelli sono i grandi eroi del mondo omerico: Achille, Ettore, Agamennone, Enea e Ulisse, che conservano intatto nel tempo il loro alone di leggenda. Non a caso i nomi dei principali personaggi attingono all'onomastica della mitologia greca: Elena e Teseo sono i due protagonisti del libro, e il cane della donna si chiama Argos, come l'animale fedele di Ulisse, che lo riconosce e gli va incontro quando, dopo dieci anni di vagabondaggi per il mondo, torna a Itaca, «bello di fama e sventura», come scrive il Foscolo. L'evocazione del mondo antico è pure presente a pagina 91, quando Elena chiede al giovane sommozzatore della Decima MAS se ha mai letto Omero e se conosce Ulisse. Alla sua vaga riposta, commenta: «Sono un po' più anziana di quanto fosse Nausicaa», con evidente richiamo alle pagine dell'Odissea e all'atmosfera magica del mito a cui indubbiamente attinge l'autore.
Fin qui la cornice storica e militare entro cui si colloca la trama del romanzo dove, accanto ai personaggi reali, si sovrappongono figure e situazioni immaginarie che, pur non avendo un grande spazio nel racconto, invitano il lettore a pensare e a credere alla loro esistenza. Una prima riflessione sul libro conferma le componenti peculiari della narrativa di Pérez-Reverte, la sua grande abilità a rappresentare storie e avventure del passato in cui gli apparenti contrasti, le ardite sovrapposizioni e gli anticipi temporali, di forma e contenuto, si fondono o meglio si confondono fino a formare un campionario vario e dinamico che la storia ha fissato nel tempo e lo scrittore torna a rileggere e rivive attraverso la fantasia.
Il racconto inizia quando una giovane colta, Elena Arbué, titolare di una libreria, passeggia in un chiaro mattino sulla spiaggia della rocca di Gibilterra e, improvvisamente, trova svenuto tra la sabbia e l'acqua un sommozzatore agonizzante. Lo soccorre, lo porta in casa, lo cura e subito avverte che a partire da questo momento la sua vita è cambiata per sempre. Poche volte come in questo racconto lo scrittore sa leggere l'animo di un personaggio femminile; comprende e illumina la sua complessa psicologia in cui trionfa, contro ogni sopruso e violenza, la forza e la bellezza del sentimento umano.
Assistiamo così alla descrizione di un serie di imprese militari attraverso una duplice lettura: quella del racconto storico legato al suo tempo, e l'altra che vede lo scrittore indagare la storia, intervistare i personaggi, attingere a numerose testimonianze, tra cui quella del nipote di Teseo e della stessa Elena, che segretamente collabora con gli italiani nelle varie incursioni contro le navi inglesi, e in seguito andrà a vivere con il giovane sommozzatore nella sua Venezia.
A lettura terminata, ci si accorge che sulle imprese temerarie compiute dalla Decima MAS prevale la storia dei sentimenti. L'italiano è infatti un libro di guerra e insieme d'amore, è il racconto del mare e del Mediterraneo: un romanzo dove una giovane donna incontra un uomo ferito e decide di camminare accanto a lui per sempre, lottare con lui superando ogni ostacolo, vincendo ogni pericolo.
Il lettore è sedotto dalla narrazione che presenta le avventure di una guerra occulta e poco conosciuta. Pérez-Reverte, ha scritto Umberto Eco, ricorda Dumas e Salgari. In realtà lo scrittore racconta soprattutto la vita.
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