Il Papa cita (casualmente) Fedez durante l'omelia. Al rapper non passa inosservato

Fedez e Papa Francesco sono i protagonisti di un episodio singolare. Durante l'omelia il Santo Padre ha usato delle parole molto simili a quelle della canzone "Comunisti col Rolex". Ma è stata pura casualità

Il Papa cita (casualmente) Fedez durante l'omelia. Al rapper non passa inosservato

Che il rapper Fedez avesse raggiunto una grande popolarità lo si sapeva già da tempo. La sua carriera è iniziata nel 2006 e da quel momento ha collezionato un successo dopo l’altro. Ma certo non potevamo immaginare che i suoi testi arrivassero anche alle orecchie del Santo Padre.

Durante l’omelia per la messa di Pentecoste, Papa Francesco avrebbe “citato” una vecchia canzone di Fedez e J-Ax. In realtà si è trattato probabilmente di un calco casuale e sicuramente non voluto, anche se il Pontefice ha un precedente simile. La coincidenza fa quanto meno riflettere sull’attualità del linguaggio usato dal Papa.

Nell’era dei computer si sta a distanza: solo contatti, più social ma meno sociali”, ha detto Francesco. La frase sarebbe molto simile a quella del brano Comunisti col Rolex: “Perché in fondo il mio ideale è il socialismo reale / Quello sempre più social e sempre meno sociale”.

La coincidenza non è passata inosservata e Fedez avrebbe deciso di dedicare una della sue storie Instagram all’accaduto. “Papa Francesco ha citato un mio vecchio testo (a sua insaputa). Ne ho altre da suggerirti, se vuoi, Francy”, ha commentato ironicamente il rapper. Fedez sa bene che si tratti di un calco assolutamente non voluto, ma valeva la pena specificarlo, prima che fosse accusato di eccessiva vanità.

Ovviamente il discorso del Santo Padre è stato molto più profondo e non si è fermato a questa semplice, se pur estremamente moderna, considerazione. Oggi giorno i fedeli sono molto più attenti alle parole, piuttosto che alle persone o cose che le descrivono. “Va di moda aggettivare, purtroppo anche insultare. Viviamo in una cultura dell’aggettivo che dimentica il sostantivo delle cose. È anche una cultura dell’insulto.

Poi ci rendiamo conto che fa male, a chi è insultato ma anche a chi insulta - ha detto il Pontefice durante la messa-. Rendendo male per male, passando da vittime a carnefici, non si vive bene. Chi vive secondo lo Spirito, invece, porta pace dov’è discordia, concordia dov’è conflitto".

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