Parassiti alla coreana tra ironia e dramma

di Bong Joon Ho con Song Kang Ho, Lee Sun Kyun, Cho Yeo Jeong, Choi Woo Shik

Ki ha tentato per quattro volte il test di accesso all'università. Niente. Tutti fallimenti, come quelli del padre che sul lavoro ha subito solo delusioni. Insieme alla mamma e alla sorellina, che ha l'arte delle conoscenze informatiche ma non ha parte nel mondo dell'impiego, vivono in uno squallido seminterrato. Un certificato farlocco gli mette in mano il jolly che cambia la vita. Può aspirare al ruolo di tutor della figlia di un ricco manager. Colpo di fortuna o malasorte... A dirlo sarà il destino, tra delitti e catastrofiche alluvioni. Il regista - il coreano Bong Joon Ho - prega di non rivelare molto di più. Eccolo accontentato, dunque. D'altronde, lo splendido Parasite - Palma d'oro a Cannes - non merita anticipazioni, streaming né hackeraggi vari. Commedia senza clown. Noir senza cattivi. Tragedia senza eroi. Il film coreano è tutto questo insieme perché l'autore «intinge» la macchina da presa nel dramma, nella stessa misura in cui tocca ironia e satira. Non solo. Tratteggia anche un'analisi sociale perché il parassitismo umano è fenomeno molto più diffuso di quanto la biologia lasci pensare. E in più d'uno hanno attraversato questa situazione anche per brevi parentesi della loro vita. In fondo, che cosa può accadere di tanto diverso quando poveri e disoccupati si ritrovano a strettissimo giro di posta a contatto con più abbienti e facoltosi. Il film ne indaga la dinamica attraverso la contrapposizione degli ambienti e la caratterizzazione dei personaggi, mettendo in rilievo la genuina superficialità dei ricchi e la spregiudicata intraprendenza dei meno fortunati.

Il cinema di Seul che ha regalato recentemente una serie di perle - da Il prigioniero coreano di Kim Ki Duk a Mademoiselle di Park Chan-wook e Burning di Lee Chang-dong - si conferma ormai una certezza nel panorama della Settima Arte e solo un'ingiustificata diffidenza può tenere lontani da opere che raccontano drammi, intrighi e ironici paradossi con disinvoltura e abilità. Dedicato a chi pensa che originalità e intuito non siano più pregi del grande schermo.

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