La Pfm: "Noi tra fantascienza e rock"

Nuovo disco con due ospiti super: Ian Anderson e Steve Hackett

La Pfm: "Noi tra fantascienza e rock"

La Premiata Forneria Marconi sceglie il Museo della Scienza e della Tecnica a Milano per presentare il ventesimo disco (più 15 dal vivo e 20 antologie), in doppia confezione in versione italiana ed inglese, I Dreamed of Electric Sheep/Ho sognato pecore elettriche. Il brano Atmospace, uscito anche come video, si apre con il volo di un drone spaziale e anticipa il tema dell'album, ispirato da una frase del film Blade Runner, che parla di mondi paralleli (titolo di un altro pezzo del disco) in cui il mondo utopico si trasforma in un mondo duro e dalle venature distopiche. «Siamo amanti sfegatati della fantascienza - dicono in coro Franz Di Cioccio e Patrick Dijvas, sezione ritmica e anima della band - ma non lontano dal mondo di oggi dove tutto è tecnologia. Chiariamo, non ce l'abbiamo con la tecnologia, ma c'è gente che la usa male. Per i ragazzi è molto pericolosa. C'è per esempio la figura dell'influencer, ma i giovani non hanno bisogno di essere influenzati, devono creare, quelli della nostra generazione hanno inventato la nuova musica, il nuovo pensiero».

Sempre lontani dalle logiche commerciali, i ragazzi della Pfm hanno aperto e chiuso il disco con due brani strumentali; il primo è una breve Ouvertoure, il secondo una vera e propria jam session «dove abbiamo messo, in grande libertà, tutta la musica che ci piace».

Se domandate loro se il progressive non sia un po' datato, hanno subito la risposta pronta. «Abbiamo fatto i primi due o tre dischi di progressive, poi abbiamo suonato tutto ciò che ci piaceva, dal jazz alla musica classica, perché non si può continuare a ripetersi. La musica va avanti con noi, con le nostre esperienze, con i nostri cambiamenti».

Nell'album ci sono anche due superospiti, Ian Anderson con il suo flauto magico e Steve Hackett con la sua chitarra. «Anche loro sono sempre in tournèe come noi. Ian Anderson è stato fantastico, umile, disponibile. Hackett lo abbiamo conosciuto durante Cruise to the Edge, la crociera guidata dagli Yes che comprende le più famose band progressive, cui abbiamo partecipato tre volte».

Un disco tosto quindi, che piacerà agli appassionati del gruppo per la sua vitalità e varietà di stili. Un disco più ispirato a Philp Dick che ad Asimov ma un album che accende e nutre speranze in questo mondo ormai così poco «umano». «È un momento felice per noi - dicono Di Cioccio e Dijvas - il disco nuovo e finalmente la ripresa dei concerti con il pubblico al completo.

Porteremo in tour questi brani ma finiremo anche la tournèe Pfm canta De Andrè, che ha avuto grande successo e si è interrotta per la pandemia». L'anno prossimo Pfm compirà 50 anni dal primo disco e i due fanno intendere che presto ci saranno altre sorprese celebrative.

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