Placido Domingo: "Sono un gentiluomo, ma mi hanno già processato e condannato"

In un’intervista al sito spagnolo “El Confidencial”, il tenore definisce le accuse di molestie “un incubo” e spiega: “Sono stato galante, ma sempre entro i limiti dell’onorabilità e del rispetto”

Placido Domingo: "Sono un gentiluomo, ma mi hanno già processato e condannato"

Placido Domingo rompe il silenzio e parla pubblicamente delle accuse di molestie sessuali che lo hanno travolto. Lo scorso settembre, l’agenzia di stampa Associated Press, ha raccolto le testimonianze di più di venti donne, che accusano il tenore spagnolo di averle insidiate e molestate con comportamenti inappropriati: contatti indesiderati, approcci non richiesti, baci forzati, mani inopportune e soprattutto rallentamenti di carriera per coloro che rifiutavano le sue avances.

In seguito allo scandalo, la star dell’opera, ha lasciato la direzione della Los Angeles Opera e ha annullato il suo concerto previsto per le Olimpiadi di Tokyo. Cento giorni dopo l’esplosione di questo caso mediatico, Domingo rispedisce al mittente le accuse in un’intervista concessa al sito spagnolo El Confidencial. Il cantante confessa di aver vissuto “uno dei mesi più difficili della mia vita”: un “incubo” che definisce “inimmaginabile” fino a pochi mesi fa. “Attivo come sono stato per tutta la vita – dice Domingo –, ero frustrato di non poter cantare quando sapevo di dover essere sul palco. È successo tutto così in fretta. Solo poche settimane fa ho avuto l’opportunità di riflettere. Ho trovato sollievo e molta forza sui palcoscenici europei. La mia famiglia si è unita più che mai e ho sentito l’affetto dei miei amici, dei miei colleghi e del pubblico”.

Domingo si reputa “una persona ottimista e positiva” e nonostante tutto, continua a lavorare, studiare, provare e recitare: presto si esibirà nel Nabucco al Palau de les Arts di Valencia. Quanto all’annullamento del concerto a Tokyo 2020, il tenore precisa che sono stati i ritardi sul programma e i pochi giorni di prove a disposizione ad averlo costretto al forfait. Lo stesso vale per il ritiro dai teatri di New York e Los Angeles. “L’ho fatto per rispetto – spiega –, volevo che entrambi avessero un’atmosfera di armonia e di pace, la stessa che avevo sempre vissuto lì. Volevo proteggerli dalla crescente pressione mediatica e sociale a cui erano sottoposti. Quello che mi sta succedendo ha un grande impatto. Condiziona il lavoro dei teatri e di tutte le persone che lavorano al suo interno”.

Placido Domingo: “Sono galante, mai molesto o volgare”

Domingo ritiene che la sua “cultura del piropo”, ovvero la galanteria e il calore tipicamente spagnoli, sia stata equivocata. “Sono stato galante – racconta il tenore –, ma sempre entro i limiti dell’onorabilità, del rispetto e della sensibilità. Se in passato questi comportamenti potevano essere considerati complimenti o gesti di galanteria, oggi sono percepiti in modo molto diverso”.

Non ho mai ricattato, troncato o danneggiato la carriera di nessuno – specifica Domingo –. Non ho mai promesso un ruolo in cambio di favori. Quello che tutti conoscono è il mio impegno nei confronti dei giovani cantanti e la mia responsabilità nel lanciare tante carriere”.

Il tenore sostiene di non essersi mai comportato nel modo aggressivo, molesto e volgare in cui è stato dipinto e di essere vittima di una gogna mediatica che bolla come un “processo morale”. “La credibilità delle accuse – dichiara – è automatica. Questo è un processo mediatico, dell’opinione pubblica. E mi hanno già processato, giudicato e condannato in anticipo. Ma non sono stato accusato di alcun crimine”. Per sua fortuna ha raccolto il sostegno e la solidarietà incondizionata di molti amici e colleghi dell’opera.

Ma capisco la reazione delle persone – conclude il cantante –. C’è rispetto per la situazione, e c’è paura. Non è facile andare controcorrente. Ed è umano che le persone reagiscono con cautela e riserve”.

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