Platinette è una delle drag queen più famose d'Italia, se non la più famosa. Al secolo Mauro Coruzzi, è una delle voci fuori dal coro della comunità LGBT+ sul ddl Zan, la cui discussione è stata di recente calendarizzata al Senato. Pietro Senaldi ha intervistato l'opinionista per Libero e Mauro Coruzzi non si è tirato indietro, esprimendo tutto il suo dissenso: "Sono contrario alla legge Zan, vietare il dissenso è liberticida". Parole che negli ultimi mesi l'hanno esposto a fortissime critiche da parte dei sostenitori a oltranza del ddl Zan.
"Il mondo omo mi mette in croce"
Tutto si può dire di Platinette, ma non che non abbia contribuito alla conquista delle libertà per gli omosessuali nell'Italia degli anni Settanta, ancora chiusa in tabù e vecchi retaggi. "Mi esibivo con un gruppo di travestiti da tregenda e mi tiravano addosso i pomodori al Festival dell'Unità, quando facevo la soubrette di periferia", ha confessato a Libero. Ma Coruzzi ci tiene a precisare che la sua non è una battaglia "per il diritto di essere omosessuali, bensì per quello di essere come ti pare, perché è lì che alberga il vero concetto di pari dignità". Un punto di vista davvero liberale in una società che tende a imporre il pensiero unico del politicamente corretto, contro il quale Coruzzi, ora, si batte: "Il mondo omo mi mette in croce perché non mi piego al politicamente corretto e voglio potermi autodefinire 'frocia' o 'cagna' e dire che il mio massimo sogno erotico è conquistare un eterosessuale, che in quanto tale non mi si concederà mai".
"L'identità gender a scuola è una violenza"
Non esiste chi, con un minimo di raziocinio, giustifica le aggressioni a sfondo omofobo e, come sottolinea giustamente Mauro Coruzzi, "chi odia le minoranze è un essere abietto". Ma "non serve una legge a stabilirlo, la cultura non è un atto normativo". Proprio in base a questo principio, Platinette si scaglia contro le teorie gender sui banchi scolastici: "L'identità di genere nei programmi scolastici è una violenza, perfino superiore a quella dell'utero in affitto, significa far prevalere una visione del mondo rispetto ad altre che invece hanno lo stesso diritto di esistere". Il concetto alla base del pensiero di Mauro Coruzzi è quello portato avanti da chi critica il ddl Zan: "La sensibilità degli altri non si cambia con una normativa ma agendo e rischiando del proprio".
"Mi definiscono gay omofobo"
E lo dice un uomo che, negli anni Settanta, ha subito la discriminazione di un Paese che ancora non era pronto alle drag queen e ai travestiti. "Io ora vengo definito un gay omofobo. Come mi devo sentire, cosa devo pensare dei gay che vogliono cambiare la mia mentalità sui gay, quando io facevo le battaglie per loro prima che nascessero? Il martellamento ideologico non ha effetti positivi sulla società, è privo di valenza sui comportamenti delle persone", dice Platinette riferendosi alle nuove generazioni, le più integraliste verso il pensiero unico.
Giorgia Meloni ed Enrico Letta
Mauro Coruzzi nel corso dell'intervista ha spiegato di apprezzare l'operato di Giorgia Meloni in questo momento, "perché è la sola che, oltre alla faccia, mette anche le motivazioni sulle proprie decisioni. È la sola che ha preso una posizione chiara e incarna un concetto che sta alla base della democrazia: se c’è un governo, dev’esserci anche un’opposizione". E alla provocazione del direttore di Libero, che ha parafrasato il noto adagio "Dio, Patria e Famiglia" tanto caro alla leader di Fratelli d'Italia in "Dio, Patria e Gay", Mauro Coruzzi ha risposto: "Centrato il punto. Giorgia non può continuare a essere indifferente rispetto alle coppie gay: sono una realtà che esiste e lei deve fare un passo anche verso ciò che sente più distante, altrimenti continueranno a darle della fascista anche se l’unico fascismo in circolazione ormai è quello del pensiero unico incarnato proprio dai critici della Meloni".
Lontano dalle posizioni di Enrico Letta, che considera avulso dal Paese vero e dalle sue problematiche, come ha dimostrato alzando la polemica su quote rosa e ius soli in un momento di gravissima crisi economica, Mauro Coruzzi vede il prossimo scontro tra "chi vuole una vita ordinaria e chi cerca visibilità e sale sul carro del pensiero dominante anche se non ci crede".
"I veri discriminati sono gli eterosessuali"
Critico verso la cancel culture che si sta imponendo anche nel nostro Paese, Coruzzi sostiene che "veri discriminati oggi sono gli eterosessuali e chi li difende; ormai sono una razza in estinzione".
Nonostante lo scetticismo del direttore di Libero, Mauro Coruzzi su questa sua affermazione non ha fatto un passo indietro: "Parlo dell’eterosessuale di una volta, quello capace per tutta la vita di rapporti sessuali ordinari, in grado di tener vivo il desiderio senza mezzi alternativi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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