Prevista pioggia per il Ponte di Ognissanti, è quindi plausibile che molte persone decidano di passare alcune ore in compagnia del grande schermo. Peccato che i film appena usciti non brillino per eccellenza.
"L'UOMO DEL LABIRINTO" è la seconda prova alla regia dello scrittore Donato Carrisi che adatta nuovamente un suo best seller. Il thriller racconta di una giovane donna, Samantha (Valentina Bellè), che si sveglia sotto shock in un letto d'ospedale e viene a sapere di essere stata rapita quindici anni prima. A tentare con lei di ricostruire l'accaduto c'è il Dottor Green (Dustin Hoffman), mentre un investigatore privato in procinto di morire (Toni Servillo) si metterà sulle tracce di chi l'aveva segregata. La regia fatica a essere disinvolta, ci sono atmosfere kitsch che sembrano parodiare il David Lynch di trent'anni fa e personaggi, come quelli dei poliziotti, che rasentano la macchietta. Perfino Servillo, interprete solitamente raffinato, appare impacciato. Non basta circondarsi di professionisti o farcire il girato di citazioni (Dario Argento, "Donnie Darko" e così via) per improvvisarsi registi e confezionare un buon film. La durata eccessiva, inoltre, non aiuta. Voto: 5.
LA FAMIGLIA ADDAMS di Conrad Vernon e Greg Tiernan, pur avendo una trama a dir poco esile, è un film colmo di piccole trovate, una più divertente dell'altra. Citazioni horror, battute vivaci, temi attuali come l'accettazione del diverso e altri eterni come la ribellione adolescenziale, sono gli ingredienti di una origin story che nell'estetica richiama il fumetto che negli Anni 30 vide nascere questa famiglia allargata composta da personaggi deliziosi. Orgogliosi della propria autenticità (per quanto estrema), gli Addams si propongono come maestri di tolleranza per grandi e piccini. Divertente. Voto: 6,5.
TERMINATOR - DESTINO OSCURO di Tim Miller vede arrivare al sesto episodio la guerra tra umani e macchine. Concepito come chiusura della trilogia comprendente i primi due capitoli, ha una trama basica: dal 2042 viene inviato un cyborg per assassinare chi potrebbe, nel presente, cambiare il corso degli eventi.
Un trionfo di girl-power che vede tre eroine, tra cui Sarah Connor (Linda Hamilton), madre del fu John Connor e cacciatrice di Terminator, interagire su più piani temporali (passato, presente e futuro). Un film di cui non c'era necessità ma che resta godibile nei pochi momenti che vedono Schwarzenegger gigioneggiare, in forma come sempre. Voto: 6.
IL GIORNO PIÙ BELLO DEL MONDO di Alessandro Siani ridefinisce il concetto di tempo perso. Sulla carta dovrebbe trattarsi di una commedia sentimentale, favolistica e con incursioni nell'action e nel fantasy. Nella realtà è un film nato vecchio di trent'anni, dalla comicità estremamente prevedibile e dall'intreccio debolissimo.
Arturo (Siani) possiede un piccolo teatro di avanspettacolo prossimo al fallimento, quando riceve in eredità la tutela legale di due bambini, uno dei quali dotato della capacità mentale di spostare oggetti e persone. Il piccolo prodigio, finito nelle grinfie di un team di scienziati dagli scopi ambigui, avrà in Arturo l'uomo disposto a tutto pur di proteggerlo.
Il regista dirige se stesso nei panni del solito guascone clownesco che imbastisce una love-story con la bella di turno, gli incassi ci saranno ma rispetto a titoli come "Il principe abusivo" il crollo qualitativo è evidente: 104 minuti di cabaret da oratorio, buonismo alla melassa e gag puerili. Voto: 3
L’ETÀ GIOVANE di Jean-Pierre e Luc Dardenne racconta la radicalizzazione di Ahmed, tredicenne che venera il ricordo del cugino, martire dell'Islam. Indottrinato all'integralismo musulmano da un imam, il ragazzino considera la sua insegnante di arabo un'apostata e decide di punirla.
I due registi e sceneggiatori belgi realizzano un film realistico e attuale ma che fatica a farsi apprezzare perché, tra l'incipit e il finale folgoranti, si staglia una parte centrale noiosa e a tratti superflua. Nel complesso quindi l'opera resta blanda e poco incisiva, mal gestita narrativamente. Voto: 6.
IL SEGRETO DELLA MINIERA di Hanna Slak racconta la tragica storia di un massacro segreto, quello di circa quattromila persone, uccise alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Siamo in Slovenia, negli anni 90 quando un minatore viene incaricato di ispezionare una vecchia miniera.
Un film doloroso, avvincente e ruvido, capace di coniugare denuncia sociale e sguardo intimista. Voto: 7.
Buon cinema.
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