"Lasciate il lavoro, pensate alla felicità": ma Harry è fuori dalla realtà

Il principe Harry si distacca dalla realtà e mette la felicità al primo posto, demonizzando il lavoro

"Lasciate il lavoro, pensate alla felicità": ma Harry è fuori dalla realtà

Il principe Harry molla gli ormeggi e, durante un’intervista a Fast Company Magazine, si lancia in discutibili insegnamenti esistenziali che vertono sul concetto di gioia e felicità a tutti i costi. Il duca esprime un’opinione, che come tale va assolutamente rispettata, ma dimentica qualche dettaglio non proprio scontato nella vita di noi comuni mortali.

La felicità prima di tutto

Il principe Harry ha fatto del tema della salute mentale un pilastro del suo impegno umanitario, lavorando a stretto contatto con la startup di Silicon Valley “Better Up”, che si occupa proprio del benessere mentale delle persone e, più in generale, di life coaching. In un’intervista a Fast Company Magazine, però, il duca di Sussex si è espresso in un modo piuttosto controverso, sostenendo che qualunque cosa non ci faccia stare bene va eliminata senza pietà dalla nostra vita. Affrontando il discorso sul lavoro in periodo di pandemia e sulle tante richieste di dimissioni arrivate alle aziende, Harry ha dichiarato: “Non sono state tutte negative. È il segnale che con la consapevolezza di sé arriva la necessità di cambiare”, aggiungendo: “Molte persone in tutto il mondo sono state bloccate in lavori che non hanno portato loro gioia e ora mettono al primo posto la loro salute mentale e la loro felicità. Questa è una cosa da celebrare”.

Il duca ha parlato di una presa di coscienza collettiva: “Queste lotte e questi problemi si stanno preparando da un po’ di tempo. Siamo solo all’inizio del risveglio della salute mentale. Questo lavoro non è mai stato così importante perché le persone stanno finalmente prestando attenzione e una grande componente di questa missione è creare consapevolezza e continuare a essere pionieri della discussione su questo argomento”. E ancora: “Proprio come la massima salute fisica può ridurre la malattia e aiutare a riprenderci da un infortunio, essere in forma con la mente è una misura preventiva che può aiutarci a evitare problemi più seri e a riprenderci da traumi passati”.

Una visione semplicistica?

Il benessere fisico e mentale di ognuno è fuori discussione. Un elemento fondamentale che dobbiamo coltivare ogni giorno. D’altro canto il mondo del lavoro, in Italia come all’estero, è un argomento davvero complicato e impossibile da riassumere qui. Il principe Harry ci propone di gettare alle ortiche tutto ciò che, in qualche modo, ostacola la nostra vita. O, almeno, questo sembra essere il messaggio. Siamo sicuri che la via per la felicità sia una vita piatta, dove non accade più nulla? Gioiosa e sempre uguale a se stessa? Perfino il mare diventa mosso. “Tutta la vita è risolvere problemi”, titolava un famoso libro di Popper. Ciò non significa tenersi un lavoro se ci fa perdere la salute e la serenità, ma abituarci a pensare che il percorso della nostra vita non è lineare (e se solo fosse sapete che noia?).

La soluzione non è fuggire, ma capire quando è il caso di arrendersi e quando è possibile combattere. Decidere di lasciare un lavoro che non soddisfa più e prosciuga le energie è possibile, ma deve essere una decisione ponderata, basata anche sulle alternative presenti (o sulla possibilità di crearne di nuove). Il principe Harry, però, dimentica questi dettagli. La sua vita, diciamolo, privilegiata non lo ha mai posto di fronte a simili quesiti. Nemmeno quando ha abbandonato la royal family.

Non dimentichiamo, infatti, che Harry ha firmato due contratti milionari con Spotify e Netflix. Per la precisione il primo gli ha fruttato 30 milioni di sterline, il secondo 150 milioni di dollari. È molto facile dare consigli sula vita avendo questi due enormi “salvagenti”.

Certo, il lavoro rimane un tema scottante, soprattutto se pensiamo che, secondo una ricerca di Microsoft citata dal Corriere.it, il 40% della forza lavoro mondiale sta pensando alle dimissioni entro l’anno. È possibile che l’intero pianeta ridimensioni il concetto di lavoro, ma ciò avverrà per gradi e, speriamo, utilizzando dei “paracadute” anche per noi comuni mortali.

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