Il principe William fa lo strillone

Il duca di Cambridge è stato avvistato nel centro di Londra mentre aiutava gli attivisti di un ente di beneficenza a vendere la loro rivista

Il principe William fa lo strillone

Il principe William non deve certo conquistarsi l’amore dei cittadini britannici. In ogni recente sondaggio è secondo per popolarità solo alla regina Elisabetta. Il duca di Cambridge, però, non è un tipo che si adagia sugli allori e ha dimostrato in varie occasioni di prendere molto sul serio il suo ruolo di futuro sovrano. Vuole stare tra la gente, capire il suo popolo: insegnamento, questo, lasciatogli in eredità da Lady Diana. William, dice la stampa, vuole presentare al mondo una monarchia nuova, moderna, che non rimane chiusa nei Palazzi, lontano dalla realtà. Per questo il nipote di Sua Maestà è sceso in strada per aiutare una associazione di beneficenza a vendere giornali.

William nel cuore di Londra

Un poliziotto in pensione, Matthew Gardner, ha fotografato il principe William mentre si trovava in una stradina laterale, Rochester Row, a Westminster, nel centro di Londra. Il figlio del principe Carlo stava aiutando gli attivisti dell’associazione di beneficenza “Big Issue” a vendere le copie del magazine omonimo a 3 sterline la copia. Si tratta di una pubblicazione che affronta i problemi sociali del regno, tra cui la piaga della povertà. I proventi della rivista sono destinati a sostenere le persone più fragili della comunità, come i senzatetto o i disoccupati.

Il primo a rendersi conto che il venditore improvvisato altri non era se non il principe William è stato il cognato di Gardner, Richard Hannant, che stava andando in ufficio. In un momento successivo Hannant ha chiamato l’ex poliziotto e le foto sono finite prima sui social e poi sulla Bbc. Il duca indossava la divisa rossa dei volontari con berretto d’ordinanza, perfettamente a suo agio e calato nel suo ruolo di attivista. Hannant ha raccontato: “[William] è stato meraviglioso, così amichevole. Penso mi abbia colpito il fatto che abbiamo appena superato un grandioso Giubileo e qualche giorno dopo [William] è là fuori a supportare una charity come Big Issue”.

Anche Gardner ha detto di averlo potuto avvicinare senza alcuna difficoltà, come fosse un ragazzo qualunque e di aver scambiato quattro chiacchiere con lui: “È stato un onore aver avuto un momento privato col nostro futuro re, che umilmente e tranquillamente lavorava dietro le quinte per aiutare i più bisognosi”, aggiungendo: “Si tratta di gesti silenziosi, spesso misconosciuti”. In questa storia c’è anche un particolare divertente: alla fine della conversazione William avrebbe chiesto a Hannant se voleva comprare la rivista. L’uomo avrebbe risposto: “Non ho spiccioli”. Allora il duca avrebbe tirato fuori una macchinetta per le carte di credito. Gardner ha commentato il fatto con un gioco di parole che rende molto bene in inglese: “Priceless, or should I say princely” (“Senza prezzo, o dovrei dire principesco”).

William e i senzatetto

Gardner e Hannant sono rimasti piacevolmente sorpresi dal fatto che il principe William sia passato con grande disinvoltura dai fasti del Giubileo alle strade di Londra, in difesa di quanti non hanno nemmeno una casa. Eppure uno dei temi che più stanno a cuore al principe William è la quotidianità e la sorte dei senzatetto. Il 21 dicembre 2009 il duca trascorse una notte in strada, dormendo all’addiaccio per cercare di comprendere le sofferenze dei clochard. Non solo: nel gennaio del 2022, riportò il Telegraph, il principe avrebbe addirittura pensato di trasformare alcune residenze reali in rifugi per bisognosi (benché i tempi del progetto non siano mai stati chiariti).

La premura nei confronti dei senzatetto deriverebbe proprio da un discorso che Lady Diana avrebbe fatto con il suo primogenito nel 1993, dopo averlo portato, insieme a Harry, a visitare un ente che si occupa di clochard, la Passage Charity di Londra. Il principe William ha ricordato quell’episodio durante il programma “A Berry Royal Christmas”, andato in onda a Natale del 2019: “Mia madre Diana mi ha insegnato a guardare fuori dalle mura di palazzo” e Passage Charity è stata “in realtà uno dei primi luoghi in cui andai. Devo aver avuto tra gli 8 e i 10 anni circa. Ha avuto un profondo impatto su di me. Mia madre sapeva cosa stava facendo.

Comprese che era molto importante il fatto di farci crescere, soprattutto tenendo conto dell’esistenza che conducevamo, realizzando che la vita accade oltre le mura del palazzo e che puoi vedere le persone reali che lottano contro problemi reali”.

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