nostro inviato a Sanremo
Tanto che gli importa: comunque vada, Elio e le Storie Tese qui hanno già vinto. Basta una battuta: «Se arrivassimo primi, per noi sarebbe un fallimento». E giù risate. Per loro insomma Sanremo è una passeggiata rivierasca. Difatti ieri si sono presentati all'Ariston, svogliati anzichenò, a bordo della loro ironia: «Perché noi qui al Festival? Anche questa volta abbiamo scelto per convenienza», ridacchia Elio più pallido che mai. Diciassette anni fa (alla faccia della scaramanzia) erano arrivati «quasi primi» con La terra dei cachi che li fece conoscere al grandissimo pubblico. Ora sono ancora più rilassati perché hanno poco da guadagnare e ancor meno da dimostrare. Dunque, in gara gli Elii hanno un pezzo più surreale dell'altro (Dannati forever e La canzone mononota) e domani il pubblico e la sala stampa decideranno quale dei due si giocherà la finale: «Certo che le dimissioni di Joseph (Ratzinger, ndr) potrebbero favorire la prima», aggiungono loro con la stessa freddezza ironica che porteranno anche sul palco. Da vincitori comunque vada.
Però Elio questo è un Festival di canzoni più tristi del solito e invece voi arrivate con due brani divertenti.
«Ma che divertenti: Dannati forever spiega che siamo tutti destinati ad andare all'inferno ma a nessuno gliene frega nulla. Sarà un tema allegro questo?».
Si potrebbe attualizzare con un riferimento improvvisato alle dimissioni del Papa.
«Il cambiamento è il nostro mestiere. Quindi domani sera magari faremo un riferimento all'adio di Benedetto Decimosesto... Di sicuro sappiamo già che nel prossimo Conclave ci saranno due gironi: quello dei Big e quello dei Giovani. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, dopo aver scampato il pericolo elezioni politiche, il Festival dovrebbe essere spostato perché è troppo a ridosso del Conclave».
Oh là, questo è il vostro spirito. E difatti l'altro brano in gara, La canzone mononota, diventerà un classico del divertimento.
«Beh in questa diciamo che, dopo millenni di evoluzione, l'uomo si sta devolvendo. E vuole fare sempre meno sforzo. Fino al punto di suonare una canzone con una nota sola».
Va bene. Però venerdì nella serata dedicata a Sanremo Story canterete Un bacio piccolissimo (successo grandissimo del 1964 del neanche diciottenne Robertino) con la pornostar Rocco Siffredi.
«Magari. Lo abbiamo letto sui giornali. Certo ci farebbe piacere se venisse. Anche se, visto il suo mestiere, il verbo potrebbe avere significati equivoci».
D'accordo: Elio e Le Storie Tese devono dissacrare.
«Ma il nostro obiettivo non è mai cambiato: vogliamo arrivare quarti al Festival. E i bookmakers pare ci diano ragione, per fortuna. La vittoria per noi sarebbe una sconfitta».
Lo dicevate anche quand'eravate in gara qui con La terra dei cachi. A proposito: il testo pare ancora attuale.
«Se vogliamo trovare un neo alla nostra storia, è quello che arriviamo sempre troppo prima. Quella canzone è attualissima. E se l'avessimo portata adesso, saremmo arrivati primi senza nessun dubbio. Ma in fondo noi stiamo suonando per i nostri figli, per i nostri discendenti. E quindi dobbiamo patire qualche smacco».
A proposito, Elio, rifarà il giudice a X Factor?
«Non so neppure se rifaranno X Factor. Da quanto ho sentito dire, a Sky devono rinnovare un sacco di contratti».
Magari potrebbe fare il giudice in un altro talent show.
«Beh se pagano bene non posso che dire di sì.
Ossia?
«Gli Elio e Le Storie Tese sono i concorrenti più vecchi di Sanremo. Ormai siamo anziani e quindi ogni ipotesi di sopravvivenza è da tenere in conto...».
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