Nel triste panorama del teatro italiano, ogni tanto c'è un sorriso: quello di uno spettacolo che parte a fari spenti e poi, come direbbero i gggiovani, «spacca». Parliamo di Maledetto Peter Pan, uno one-woman-show di Michela Andreozzi che dopo tre settimane di pienone al Teatro Sette di Roma sbarca al Sala Umberto, storico teatro della scena brillante romana, per un'altra settimana di probabile sold out. Un successo che ricalca quello d'Oltralpe, dove lo spettacolo è partito dai teatrini off della banlieue parigina per approdare poi a palcoscenici più prestigiosi con vento in poppa di un vero caso della scorsa stagione. Gli ingredienti del successo sono semplici: un tema universale trattato con criterio archetipico, vale a dire le corna; un testo arguto che veste di nuovo i tanti luoghi comuni cui lo spettacolo volutamente non rinuncia; un'attrice in stato di grazia, sincera e autentica, che interpreta tutti i personaggi con virtuosismo fregolistico. Quindi si ride, si piange, si piange dal ridere, si ride dal piangere. La prospettiva del testo, adattamento a cura di Carlotta Clerici e Antonella Questa della commedia francese di Michèle Bernier e Marie Pasal Osterrieth a sua volta tratto dal fumetto Le Demon de Midi di Florence Cestac, è evidentemente tutta femminile. Il personaggio principale è quello di una donna attorno ai quarant'anni che subisce l'oltraggio antico e sempre nuovo dell'abbandono da parte del marito, tipico esemplare in piena sindrome di Peter Pan (da cui il titolo), e quindi spinto dal desiderio di godersi «quel che resta della sua gioventù», come avrebbe detto quell'allegrone di Sergio Endrigo, nelle braccia più giovani della segretaria. Lo spettacolo, un po' monologo un po' stand-up comedy, percorre tutte le fasi da manuale della donna tradita: la disperazione dell'abbandono trascorsa tra la catatolia sul divano con l'unico hobby di pettinare la tentazione del suicidio (la «risposta perfetta» al tradimento); il confronto con parenti e amici, una galleria di esilaranti personaggi tutti tratteggiati da Michela; il tentativo di farsi a sua volta un amante, dapprima pescando nel deprimente repertorio degli ex e poi cercando di porsi senza convinzione «su piazza»; le feroci autocritiche; l'odio, l'autolesionismo, l'euforia; infine l'accoglienza del marito prodigo, che torna all'ovile perché la segretaria non sa stirare i colletti delle camicie, in dispensa ha solo scatolette e frequenta amici giovani che - al contrario del marito - giocano a calcetto e non «a burraco. Online». Maledetto Peter Pan è una meditazione sulla coppia contemporanea, su quella generazione di mezzo che non riesce a crescere, sulla vita come viaggio sempre in bilico tra meccanismi universali ed emozioni personali. Ma una meditazione ilare, lieve, perché l'amore, in fondo, è la più comica delle tragedie.
Alla Sala Umberto di Roma (via della Mercede 50, tel. 066794753), dal 25 al 30 marzo, tutte le sere alle 21, la domenica alle 17. La regia è di Massimiliano Vado, aiuto regista Susanna Maurandi, produzione Associazione Culturale Cubatea.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.