"Quo Vado?" continua a far discutere. Il film di Checco Zalone che al botteghino ha già incassato oltre 22 milioni di euro sta per abbattere anche il record del suo precedente successo, "Sole a catinelle" che nel 2013 raggiunse i 52 milioni, miglior risultato di sempre dietro solo ad "Avatar che, con 67,7 milioni. resta ancora al primo posto tra i film più visti. Dopo le recensioni positive di Adriano Celetano e del premier Matteo Renzi, ora arrivano i commenti dei colleghi, i produttori e registi cinematografici che, intervistati da La Stampa, non riescono a contenere l'invidia.
Giovanni Veronesi, regista de Il Ciclone, dice: "Ho vissuto qualche anno fa quello che Zalone sta vivendo adesso. Il Ciclone fu una goduria enorme, una vera e propria moda, se uno non lo andava a vedere veniva considerato scemo...adesso certo, un po' d'invidia ce ce l'ho. Checco è un comico del popolo, guardandolo si ride molto, anche più del dovuto. Si è conquistato la fiducia del pubblico e il pubblico gli va dietro comunque". L'inventore dei "cinepanettoni", Enrico Vanzina, fratello minore di Carlo, attribuisce il suo successo anche a una certa dose di fortuna: "I film di Natale, quest'anno, non erano il massimo, la gente si è tenuta i soldi per andare a vedere Zalone. Poi chi ha talento ha anche c..., la pioggia, dopo giorni senza nemmeno una goccia d'acqua, è arrivata proprio la notte dell'uscita del film. Checco è il re degli ignoranti, il suo personaggio è grande. Anche lui, come Totò, viene chiamato col suo nome d' arte".
Il patron della Filmauro, Aurelio de Laurentiis, patron di Filmauro, invece, sta con il comico pugliese: "Zalone? Mi meraviglio che ci si meravigli. Nel passato abbiamo avuto, a prezzi più bassi, successi di questa portata. Parlo dei 34 milioni di euro di Natale sul Nilo, dei 110 miliardi di lire de La Vita è bella. Ci meravigliamo solo perchè nel nostro sistema cinematografico, tutto il resto è un disastro". In attesa di festeggiare i 25 anni del trio, Giacomo Poretti del trio di "Aldo, Giovanni e Giacomo", ci tiene a distinguersi da Zalone:"lui pretende di fare satira, noi siamo surreali" ma lo difende: "è inutile andare a cercare il pelo nell'uovo, i fenomeni si ripetono periodicamente. Succede che si crei un effetto massa, più persone vogliono condividere la stessa esperienza".
Francesco Bruni, sceneggiatore preferito di Virzì e regista di Scialla (2011), non nasconde la sua irritazione per il successo di Quo Vado?:"Mi da fastidio che il suo successo venga brandito per prendersela con i "radical chic" della
situazione. Cosa vorrebbe dire questo, che tutti gli altri registi sono sfigati e fanno solo film pallosi? Dovremmo esser contenti se solo un 5% degli spettatori di Zalone entrerà di nuovo nella sale dopo questo periodo"
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