I sospetti c'erano. Il testo della canzone Swine , letteralmente significa «porco», inserito nell'album Artpop di Lady Gaga, sembrava proprio far riferimento a un molestatore sessuale. E anche il video con immagini molto crude e molto cupe lasciava più che intuire un trauma, una ferita intima. Ieri è arrivata la conferma per bocca della stessa cantante. Ospite dello show radiofonico di Howard Stern (una vera istituzione negli Usa) per parlare del suo nuovo album Cheek to Cheek (cantato con Tony Bennett), Lady Gaga (all'anagrafe Stefani Joanne Angelina Germanotta), ha raccontato quell'esperienza drammatica. Proprio dopo che il conduttore le ha chiesto di spiegare il significato di quella canzone Swine .
È stato lo stesso Stern a suggerire che potesse alludere a uno stupro. Prendendo spunto anche da una particolare versione live della canzone. A marzo, cantandola in un concerto al South by Southwest, Lady Gaga si era fatta vomitare addosso dall'artista britannica Millie Brown della vernice colorata. Il tutto cavalcando un gigantesco maiale meccanico. «Io volevo che questa ragazza mi vomitasse addosso in modo da poter dire: Sapete cosa c'è? voi non potrete mai degradarmi più di quanto sono capace di degradarmi da sola, e guardate quanto è bello quando lo faccio». Stern ha poi chiesto se fosse stata violentata da un produttore discografico.
A quel punto la cantante prima ha cercato di glissare -«Preferisco parlare di cose felici»- poi ha replicato: «Ho passato cose orribili di cui oggi posso ridere, ma solo perché mi sono sottoposta a una terapia mentale, fisica ed emotiva. Ci sono voluti anni». La cantante ha spiegato che si trattava di un uomo che all'epoca aveva il doppio della sua età e che il fatto risale agli esordi della sua carriera. Quando era molto fragile. «Ero in un guscio. Non ero me stessa. Per essere onesti, avevo 19 anni. Frequentavo la scuola cattolica e poi è successa questa cosa folle ed io ho pensato: Sono così gli adulti?. Ero molto ingenua». Alla domanda se abbia mai affrontato lo stupratore, ha risposto: «Penso che mi avrebbe terrorizzato. Una volta lo vidi in un negozio e rimasi paralizzata dalla paura».
Un dolore che, come spesso purtroppo accade, la cantante ha elaborato in solitudine: «Non lo dissi a nessuno, neanche a me stessa per lungo tempo. E poi mi sono detta: Sai cosa? Tutto questo bere e queste sciocchezze, devi andare alla fonte, altrimenti non andrà mai via». Dietro il silenzio anche la paura di essere etichettata: ««Che io sia dannata se qualcuno dirà che ogni cosa creativa che io abbia mai fatto si riduca a quello che una testa di c... mi ha fatto».
Ovviamente il racconto dello stupro ha fatto subito partire anche il gossip in rete perché anche se Gaga non ha fatto nomi molti hanno puntato il dito. Nel mirino è subito finito il produttore Dr. Luke (già accusato dalla cantante Kesha di manipolazione e abusi sessuali). Ma Lady Gaga ha prontamente smentito. La caccia al colpevole però non si fermerà tanto presto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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