La Rai e quella frode sui gettoni d'oro: ombre su Zecca e Banca Etruria

Mesi fa l'inchiesta di Report sui premi della Rai. Salta i vecchi contratti. Ma il fornitore resta sempre lo stesso: Banca Etruria

La Rai e quella frode sui gettoni d'oro: ombre su Zecca e Banca Etruria

Quanto valgono i gettoni d'oro con cui vengono pagate le vincite dei concorsi a premi della Rai? L'inchiesta di Sigfrido Ranucci che, la scorsa primavera, aveva smosso le acque con un'inchiesta senza precedenti trasmessa da Report di Milena Gabanelli, ha gettato nuove, pesantissime ombre sulla Zecca dello Stato e su Banca Etruria, che fornisce le monete a viale Mazzini.

A far scoppiare il pandemonio è una signora che, dopo aver vinto un concorso a premi, si accorge che il gettone della Zecca non è così puro come la Rai vuole far credere. A dispetto del contratto sottoscritto a viale Mazzini, mancano infatti 5 grammi per chilo. Come ricostruisce Sergio Rizzo sul Corriere della Sera, "i premi non possono essere corrisposti in denaro: ecco perché i gettoni d’oro. Ma ai vincitori è concesso comunque di avere soldi contanti anziché il metallo prezioso, purché si completi un insensato circolo vizioso. Formalmente il vincitore riceve i gettoni coniati, del valore della vincita detratte le tasse, l’Iva, il costo del conio e la perdita fisiologica della fusione - spiega ancora Rizzo - a quel punto li rivende alla Zecca allo stesso prezzo, da cui però viene detratta una seconda volta la perdita fisiologica e il costo della fusione".

Questa trafila, portata alla luce da Report, è inquietante. Anche perché, durante questo assurdo processo, il vincitore del gioco a premi non tocca mai con mano i gettoni d'oro vinti. Tanto che nessuno può realmente dire se siano stati effettivamente coniati e fusi in un secondo momento. L'inchiesta del team guidato dalla Gabanelli tiene banco per giorni interui. E ovviamente viene ripresa da tutti i quotidiani nazionali. Anche perché da decenni i vertici di viale Mazzini acquista i gettoni d'oro senza fare alcuna gara. Parte così un esposto in procura dei vertici del Poligrafico. "L’ipotesi è frode in pubblica fornitura - spiega l'autrice di Report - dal 2012 alla data della messa in onda della nostra puntata, cioè aprile scorso, si sarebbe fatta pagare dalla Rai 20 milioni di euro per prestazioni mai effettuate e oltre 700 mila euro da quei vincitori che hanno optato per il controvalore in denaro". Da allora qualcosa (poco) è cambiato. I nuovi amministratori del Poligrafico hanno deciso di comprare l'oro facendo una gara pubblica. Ma, come si legge sul Corriere della Sera, a vincere è lo stesso fornitore di sempre: Banca Etruria.

L'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato in una nota (leggi qui) ha precisato che i nuovi vertici, lo scorso aprile, hanno "presentato alla Procura di Roma un esposto-denuncia contro ignoti per accertare eventuali irregolarità". E ha, poi, "fornito massima collaborazione" consegnando agli inquirenti la documentazione oltre ai "risultati di un’attività di audit interno".

Il Poligrafico ha, infine, sottolineato che "dalla documentazione interna risulta che i gettoni d’oro sono stati coniati e sono stati consegnati solo quelli effettivamente richiesti dai vincitori. Peraltro, una recente verifica della Rai in Zecca ha confermato la regolarità della procedura".

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