"È pieno di ricchioni". Polemica per la canzone al LoveMi. Ma Fedez tace

Frasi come "Figlio di puttana, non finocchio" e "Metto rapper puttane in ginocchio" sul palco del grande concerto di Milano ma Fedez, che l'ha organizzato, resta in silenzio nonostante sui social sia un paladino delle cause lgbt

"È pieno di ricchioni". Polemica per la canzone al LoveMi. Ma Fedez tace

Oltre 20mila persone hanno assistito in piazza Duomo al concerto organizzato da Fedez e da Jax per raccongliere fondi a favore della fondazione Tog. Il concerto era gratuito e sul palco si sono alternati alcuni dei cantanti più amati e seguiti da giovanissimi, che fin dalle prime ore del mattino si sono assiepati sotto al palco per garantirsi la prima fila nonostante il sole cocente intervallato dalla pioggia. Tutto bello, un applauso anche per l'intento e lo scopo benefico del progetto. Tuttavia, com'è possibile che il paladino social del politicamente corretto, che in più occasioni si è speso in favore della comunità lgbtq e pratica l'inclusione, abbia permesso a un suo ospite di urlare "finocchi" a un suo concerto, davanti a 20mila persone, in piazza Duomo?

È la domanda che in tanti quest'oggi si fanno all'indomani dell'esibizione del trapper Paky, a onor del vero uno dei più acclamati durante Love Mi. Il giovanissimo cantante ha portato sul palco la sua Blauer, il cui testo lascia davvero poco spazio all'immaginazione. "Figlio di puttana, non finocchio, ho una .9 vera, non farlocco", canta Paky quasi all'inizio della canzone. Un inizio che è tutto un programma e, infatti, nella strofa il trapper prosegue: "Metto rapper puttane in ginocchio. Volevo una Glock, ora ne ho quattro. Volevo un chilo, ne ho presi otto". Ma non è finita qui, perché poi Paky canta: "Metto droghe nella Vuitton, droghe nel giubbotto. Metto palle e pesce insieme quando me la fotto". E poi la ciliegina: "La scena in Ita è piena di ricchioni".

Uno come Fedez, che sui social è sempre pronto a scagliarsi contro le ingiustizie, che si mette lo smalto per l'inclusività, sempre pronto a sbandierare i vessilli rainbow perché non è intervenuto? E, infatti, qualcuno che osa criticare il marito di Chiara Ferragni c'è: "Fedez fa fanto quello smaltini sulle dita magliettine rosa pro lgbt ecc e poi chiama a cantare uno che dice finocchi ricchioni". Effettivamente, il controsenso c'è ed è molto evidente.

Eppure, nessuno osa farlo notare. Infatti, la domanda è anche un'altra: tutti quelli sempre pronti a puntare il dito contro chi urta la sensibilità della comunità lgbtq, che sui social portano avanti le battaglie per un linguaggio inclusivo fatto di schwa e di pronomi neutri, perché oggi davanti a un cantante che dal palco urla che "la scena in Ita è piena di ricchioni" non si indignano? Certo, qualcuno che si lamenta c'è: "Che bello sentire in prima serata su Italia1 parole come 'finocchio', 'ricchioni' e frasi piene di sessismo davanti a piazza Duomo gremita. E non attaccate con la storia del 'pensiero unico' o del 'politicamente corretto', perché si tratta semplicemente di rispetto". Ma si tratta di una minoranza rispetto a caos che solitamente viene generato in queste situazioni.

E dove sono le femministe indignate, quelle che si lamentano per i catcalling? La stessa Aurora Ramazzotti, conduttrice dell'evento con Elenoire Casalegno, è una che sui social si batte giustamente per il rispetto delle donne, denuncia i catcalling e le vessazioni ottenendo grandi consensi dal pubblico social. Perché non si è dissociata o non ha reagito dopo che Paky ha cantato "metto rapper puttane in ginocchio" o "questa che mi vede apre le cosce, vorrebbe un figlio col mio cognome"?

Sarà che forse l'Italia è il solito Paese dei due pesi e

delle due misure? Sarà che forse quando a urlare "ricchioni" e dire "puttane" è uno di quelli "che piace" allora si può chiudere un occhio? Oppure i paladini del politicamente corretto sono tutta apparenza?

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